Gaza, accordo Israele – Hamas. Il governo Netanyahu approva l’intesa al termine di una riunione fiume
Il governo israeliano ha approvato il piano per il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti. Lo riferisce l’ufficio del premier. Con il via libera scatta la tregua nella Striscia. Durante la notte e questa mattina, le Idf hanno iniziato a ritirare le truppe nella Striscia secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell’accordo con Hamas.
“Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza”. Ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione ai media. “Se attuato il Piano di Trump per Gaza è storico”, ha detto invece il presidente russo Vladimir Putin.
Punti chiave
È arrivato a Palazzo Chigi, a quanto apprende LaPresse, l’invito indirizzato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a partecipare alla firma degli accordi per il cessate il fuoco a Gaza. All’inizio della prossima settimana la premier dovrebbe dunque partire per l’Egitto per partecipare alla cerimonia.
Difesa civile Gaza: “200mila persone tornate verso nord dopo il cessate il fuoco”
“Approssimativamente 200mila persone sono tornate oggi nel nord della Striscia di Gaza”. Lo ha dichiarato Mahmund Bassal, portavoce dell’agenzia di difesa civile di Gaza, che opera sotto l’autorità di Hamas, dando una stima dei palestinesi che si sono messi in viaggio verso il nord dopo l’inizio del cessate il fuoco.
Cnn: “200 soldati Usa in Israele sorvegliano tregua Gaza”
Le forze statunitensi hanno iniziato ad arrivare in Israele nell’ambito di uno sforzo per istituire un centro di coordinamento civile-militare nel contesto del cessate il fuoco a Gaza. Lo ha affermato un funzionario statunitense.
La CNN ha riferito che fino a 200 soldati statunitensi saranno presenti in Israele per monitorare l’attuazione del piano per Gaza, sebbene non ci saranno truppe statunitensi a Gaza.
Si prevede che il gruppo completo di circa 200 militari sarà sul posto entro domenica, ha affermato il funzionario statunitense. Alcuni dei 200 militari provengono dal Medio Oriente, avendo già trascorso periodi all’estero, mentre altri provengono da comandi negli Stati Uniti, ha affermato il funzionario. Stanno ancora esaminando i siti per determinare dove sorgerà il centro di coordinamento, ha aggiunto, sottolineando che l’iniziativa è nelle primissime fasi e che ci vorrà del tempo per stabilirla. “Ci vorranno alcuni giorni, settimane, per organizzare tutto al meglio”, ha detto il funzionario. “Non accadrà dall’oggi al domani”.
Le truppe si concentreranno sul supporto al flusso di aiuti umanitari e logistici, nonché sull’assistenza alla sicurezza, a Gaza, ha affermato il funzionario.
I militari statunitensi monitoreranno anche “gli sforzi per raggiungere un governo civile a Gaza”, ha aggiunto il funzionario. Il centro di coordinamento sarà utilizzato da una moltitudine di partner internazionali, tra cui altri paesi, ONG e partner del settore privato. “E’ compito di tutti incontrarsi, collaborare e coordinarsi”.
Media: “Hamas potrebbe rilasciare ostaggi prima di lunedì”
Secondo quanto riportato dai media ebraici, Israele ritiene attualmente che Hamas potrebbe rilasciare tutti gli ostaggi rimasti prima del previsto. Alcuni sostengono che il giorno previsto per il rilascio sia domenica anziché lunedì, che è la scadenza per il rilascio. “Potrebbe succedere da un giorno all’altro”, afferma un alto funzionario israeliano. Il funzionario osserva, tuttavia, che non vi è stata alcuna conferma che Hamas rilascerà gli ostaggi prima di lunedì. Israele ha chiesto che tutti gli ostaggi vengano rilasciati in un’unica fase. Tuttavia, è pronto ad accettare la possibilità che il rilascio possa avvenire in più fasi, purché venga completato entro il termine di 72 ore che termina a mezzogiorno di lunedì.
Funzionario di Hamas: “Ringrazio Trump ma Blair non è il benvenuto”
Basem Naim, alto funzionario di Hamas, in un’intervista a Sky News ha ringraziato Donald Trump per il suo ruolo di garante nell’accordo di pace con Israele ma ha aggiunto che l’ex premier britannico Tony Blair “non sarebbe il benvenuto” in nessun ruolo post bellico a Gaza. Naim ha affermato che un cessate il fuoco “non sarebbe stato possibile” senza Trump, ma ha insistito sulla necessità di continuare a fare pressione su Israele affinché rispetti l’accordo. Il funzionario di Hamas ha aggiunto che l’organizzazione palestinese sarebbe disposta a farsi da parte per far sì che un organismo palestinese governi la Gaza del dopoguerra, ma che rimarrebbe “sul campo”.
Fonti: “A Sharm la firma dell’accordo e il summit con Trump”
Si terrà a Sharm el Sheikh lunedì pomeriggio la cerimonia della firma dell’accordo tra Israele e Hamas. Lo hanno confermato all’Adnkronos fonti informate, secondo cui nella stessa località egiziana sul mar Rosso – dove nei giorni scorsi si sono tenuti i negoziati sulla prima parte del piano americano – si terrà il summit che Donald Trump vuole avere con alcuni leader europei – tra cui l’Italia – e arabi, che dovrebbe servire a consolidare il sostegno internazionale al suo piano per Gaza, in particolare per quanto riguarda la fase successiva della governance, della sicurezza e della ricostruzione della Striscia. Il vertice dovrebbe tenersi sempre lunedì pomeriggio.
Dirigente Hamas: “Pronti a farci da parte per governo Gaza”
Hamas è disposta a farsi da parte per permettere a un organismo palestinese di amministrare la Striscia di Gaza del dopoguerra, ma rimarrebbe “sul posto”. Lo ha detto all’emittente britannica Sky News un dirigente dell’organizzazione, Basem Naim, discutendo dell’accordo raggiunto con Israele.
Rispetto al disarmo di Hamas ha frenato, affermando che questo rientra in una più “ampia discussione” che deve avvenire fra i palestinesi nell’ambito della lotta per la libertà e per la creazione di uno Stato indipendente. Ha detto inoltre che “senza l’intervento personale del presidente Trump” l’accordo non sarebbe stato possibile e ribadito il “no” di Hamas a un ruolo per l’ex premier britannico Tony Blair nell’amministrazione provvisoria della Striscia.
Attivista Flotilla: “Israele ha cercato di uccidere nostra speranza”
“Siamo felici di essere tornati in Italia, ma in pensiero per i nostri concittadini che sono ancora lì, detenuti illegalmente in un carcere di massima sicurezza, nel mezzo del deserto”. A parlare è Lorenzo Mollicone, romano di 26 anni, uno dei tre attivisti di Freedom Flotilla Coalition rientrato all’aeroporto di Fiumicino con un volo Turkish Airlines da Instabul. “Hanno cercato di uccidere ogni potenziale speranza della nostra missione. Ci hanno fermato e sequestrato in acque internazionali, a 120 miglia nautiche dalle acque palestinesi. Un atto di scorrettezza nei nostri confronti, pesante e difficile da mandare giù. Un’azione con l’obiettivo di stroncare sul nascere ogni speranza per la nostra missione che, invece, per il supporto che c’è stato dalla comunità di terra in Italia, in Europa e nel Mediterraneo, si sarebbe meritata di arrivare e dare speranza al popolo palestinese che comunque, nonostante tutto, continua a resistere e la sua speranza non morirà mai”.
Media internazionali chiedono di poter entrare a Gaza
La Foreign Press Association (FPA), che rappresenta centinaia di operatori dei media, ha chiesto a Israele di consentire l’ingresso dei giornalisti stranieri a Gaza, ora che è in vigore il cessate il fuoco. “Con la cessazione dei combattimenti, rinnoviamo il nostro appello urgente a Israele affinchè apra immediatamente i confini e consenta ai media internazionali un accesso libero e indipendente alla Striscia di Gaza”, ha affermato. “Queste richieste sono state ripetutamente ignorate, mentre i nostri colleghi palestinesi hanno rischiato la vita per fornire un reportage instancabile e coraggioso da Gaza”.
Negli ultimi due anni, l’FPA ha ripetutamente chiesto l’accesso a Gaza, ma Israele ha negato qualsiasi ingresso ai giornalisti stranieri nell’enclave assediata. Il 23 ottobre la corte suprema israeliana esaminerà la petizione della FPA che chiede l’accesso, ma l’associazione ha affermato che “non c’è motivo di aspettare così a lungo”. “Basta con le scuse e le tattiche dilatorie. Le restrizioni alla libertà di stampa devono finire”.
Madre di un ostaggio: “Non è finita finché non saranno liberi tutti i 48 ostaggi”
“La nostra lotta non finirà finché tutti i 48 ostaggi non torneranno a casa e i nostri soldati non torneranno sani e salvi nello Stato di Israele”. Lo ha affermato Einav Tzengauker, madre di Matan, da 735 giorni prigioniero di Hamas a Gaza. “Questi sono giorni in cui abbiamo bisogno di voi più che mai. Sono giorni tesi e snervanti. Siamo in una tempesta emotiva, preoccupati e non sappiamo nulla oltre a quello che sapete voi”, ha aggiunto la donna, divenuta uno dei volti noti della protesta per ottenere il rilascio di tutti i rapiti.
Fonte Israele: “Pronti a rilascio in più fasi entro 72 ore”
In Israele si ritiene che “Hamas rilascerà tutti (gli ostaggi) lunedì, ma ci stiamo preparando a tutte le possibilità, inclusa quella di rilascio anticipato” o “che li rilascino in più fasi, ma entro 72 ore”. Lo ha affermato un alto funzionario israeliano a Yedioth Ahronoth. La liberazione dei rapiti “potrebbe accadere in qualsiasi giorno, Hamas deve completare il rilascio entro 72 ore, entro lunedì alle 12”, ha osservato, precisando che al momento “non ci sono indicazioni in merito” a rilasci anticipati.
Idf: “Mappa è solo illustrativa, non segna presenza truppe”
Le forze armate israeliane hanno sottolineato che la mappa mostrata dal portavoce Effie Defrin relativa alle nuove linee di schieramento a Gaza è solo un’illustrazione e non indica le posizioni esatte in cui sono dislocate le truppe. “L’Idf è posizionata lungo le linee di schieramento in conformità con l’accordo”, ha reso noto l’esercito, rifiutandosi di fornire ulteriori dettagli sul suo dispiegamento nella Striscia.
Merz sente al-Sisi: “Cooperazione per la pace a Gaza”
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, ha avuto oggi un colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica Araba d’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi. Come comunicato dal portavoce del governo tedesco, Strefan Kornelius, Merz ha ringraziato il presidente al-Sisi per l’impegno dell’Egitto nella mediazione volta a porre fine alla guerra a Gaza e ne ha riconosciuto il prezioso ruolo di Paese ospite dei negoziati di pace. Il cancelliere ha sottolineato che la Germania, insieme all’Egitto, si impegnerà per la liberazione degli ostaggi, un cessate il fuoco stabile, la fornitura di aiuti umanitari e la ricostruzione della Striscia di Gaza.
Funzionari di Gaza ringraziano Trump, lo invitano nella Striscia
Un gruppo di funzionari locali della Striscia, tra cui Yahya al-Sarraj, sindaco di Gaza City, Iyad Abu Ramadan, presidente della camera di commercio dell’enclave, l’economista Soufian Odeh e altre figure del mondo economico e accademico, ha inviato oggi una lettera al presidente degli Stati Uniti Donald Trump per ringraziarlo del suo ruolo nel porre fine alla guerra a Gaza. Nella lettera rivelata da Times of Israel, si legge: “Desideriamo esprimere la nostra sincera gratitudine per la sua leadership e il suo costante impegno nel porre fine alla guerra a Gaza. (…) I suoi sforzi ci hanno restituito la cosa più vitale: la speranza”. I firmatari chiedono non solo la ricostruzione della Striscia, ma anche l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite. Nella stessa lettera, gli autori invitano Trump a visitare la Striscia di Gaza: “Saremmo profondamente onorati di accoglierla per farle vedere di persona la resilienza del nostro popolo e il rinnovamento reso possibile dalla sua leadership”.
Tajani. “L’Italia vuole essere protagonista della ricostruzione, gli Usa determinanti per la fine della guerra”
La guerra tra Israele e Hamas “a Gaza è finita grazie agli sforzi di Donald Trump”. Il conflitto è finito “grazie agli Stati Uniti del presidente Trump, che sembra il loro nemico. Gli Usa sono stati determinanti. Così come sono stati determinanti la Turchia, l’Egitto e il Qatar. Noi vogliamo essere protagonisti della ricostruzione A coloro che ci hanno criticato diciamo che siamo il Paese al mondo che ha accolto il maggior numero di rifugiati palestinesi insieme con i Paesi arabi. Questa è la solidarietà vera non sono gli insulti alle forze dell’ordine e gli attacchi alla presidente del Consiglio, ai ministri che hanno portato la pace in Palestina…”. Lo ha detto il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, a Firenze.
Fidan: “Contributo tecnico per rispetto dell’intesa”
La Turchia darà un contributo tecnico sul campo per garantire il rispetto dell’intesa che ha portato al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. La conferma è arrivata questa sera dal ministro degli Esteri di Ankara, Hakan Fidan, che ha parlato in una conferenza stampa al fianco del proprio omologo iracheno Fuad Husein. “A Gaza siamo entrati in una nuova fase. La Turchia ora darà sostegno tecnico sul campo per monitorare il rispetto del cessate il fuoco, ma allo stesso tempo porteremo avanti un lavoro diplomatico per mobilizare la comunità internazionale. La priorità è ora consegnare aiuti umanitari e liberare gli ostaggi; in un secondo momento ci occuperemo della gestione della Striscia, sicurezza e ricostruzione”, ha dichiarato Fidan. I due ministri degli Esteri hanno anche annunciato la ripresa del flusso di petrolio attraverso l’oleodotto che collega nord Iraq e Turchia. Una riapertura che è il risultato del dialogo tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente americano Donald Trump avvenuto alla Casa Bianca lo scorso 25 settembre.
Media: “Trump in Israele lunedì, poi vola in Egitto”
Donald Trump è atteso in Israele lunedì mattina ora locale. Il presidente americano parlerà alla Knesset e incontrerà le famiglie degli ostaggi. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali Trump nel pomeriggio di lunedì volerà in Egitto per la cerimonia della firma dell’accordo di pace. Trump quindi parteciperà al vertice con i leader mondiali su Gaza, al momento in programma per martedì anche se potrebbe essere anticipato a lunedì. L’incontro si terrà a Sharm el-Sheikh.
Axios: “Vertice su Gaza in Egitto prossima settimana con Trump”
Donald Trump ha in programma un vertice su Gaza in Egitto la prossima settimana con i leader mondiali. Lo riporta Axios citando alcune fonti, secondo le quali al vertice ci saranno i leader di Germania, Francia, Regno Unito Italia, Qatar, Giordania, Turchia e Arabia Saudita. Al momento non è prevista la partecipazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Medico degli ostaggi: “Dopo il rilascio estrema gioia e dolore”
“Estrema felicità ed estremo dolore in un millisecondo”. E’ questo lo stato d’animo di molti ostaggi quando arrivano in ospedale dopo la liberazione, la porta dell’ascensore si apre e rivedono i propri cari, racconta il medico israeliano Itai Pessach, vicepresidente dello Sheba Medical Center e direttore del Safra Children’s Hospital. Pessach si prepara ad accogliere le persone rapite che saranno rilasciate da Hamas, secondo il piano di pace, come ha fatto con molti altri prigionieri dall’inizio della guerra.
“Ho incontrato personalmente tutti gli ostaggi”, ha raccontato Pessach intervenendo il 16 settembre alla Jerusalem Post Diplomatic Conference. E “il primo momento di ricongiungimento degli ostaggi con la famiglia è qualcosa che va oltre qualsiasi altra cosa io abbia mai provato”, riconosce. “Vedono chi c’è e chi manca. La persona appena liberata, in quel momento, scopre che tanti dei suoi cari non sono tornati a casa e c’è così tanta preoccupazione per loro”. Sheba ha sviluppato il protocollo per l’accoglienza degli ostaggi è stato poi adottato da tutto il sistema sanitario israeliano. “Al terzo giorno di guerra abbiamo capito che c’erano ostaggi che avrebbero avuto bisogno di tornare. Speravamo che sarebbe successo presto e ci siamo preparati molto velocemente”, ricorda Pessach.
Il Jerusalem Post scrive che nel Safra Children’s Hospital è stata allestita un’ala speciale per gli ostaggi. Le camere sono state progettate con arredi che ricordano quelli di casa, tende spesse per garantire la privacy e luci soffuse che favoriscono il recupero dal trauma. Alcune stanze sono dotate di doppie porte per consentire al personale di entrare in silenzio. L’ala comprende anche sale per il trattamento psicologico, un’area di riposo per il personale e uno spazio di incontro per le famiglie.
Il bilancio dei morti a Gaza sale a 67.211 unità
Secondo fonti mediche, il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è salito a 67.211 civili, per lo più donne e bambini, dal 7 ottobre 2023. I feriti sono 169.961.
Nelle ultime 24 ore, i corpi di 17 palestinesi uccisi e di 71 feriti sono stati ricoverati negli ospedali di Gaza. Cinque sfollati sono rimasti feriti mentre cercavano di ricevere aiuti umanitari e sono stati ricoverati negli ospedali dell’enclave. Il numero totale di richiedenti aiuti uccisi e feriti dall’inizio dell’aggressione ammonta rispettivamente a 2.615 e 19.182.
Msf: “A Gaza entrino subito aiuti e personale medico”
L’annuncio della prima fase del cessate il fuoco a Gaza porta un momento di sollievo alla popolazione palestinese esausta, affamata e in lutto, e un grande sollievo alle famiglie di tutti gli ostaggi. Tuttavia, arriva dopo più di due anni in cui sono morte oltre 67mils persone. Medici Senza Frontiere (Msf) – si legge in una nota – accoglie con favore il cessate il fuoco, sebbene non rappresenti la fine della terribile sofferenza inflitta alla popolazione: gli abitanti di Gaza sono costretti a sopravvivere tra le rovine di quelle che un tempo erano le loro case e ad affrontare enormi necessità mediche, psicologiche e materiali.
“Questa mattina si sentivano ancora attacchi e detonazioni, anche molto forti. Ora la situazione sembra si sia calmata. Qui la gente spera di non dover più avere paura. C’è speranza, ma anche disperazione perché la Striscia di Gaza è stata praticamente distrutta dalle forze israeliane”, afferma Jacob Granger, coordinatore delle emergenze di Msf a Gaza.
Il cessate il fuoco deve essere rispettato e mantenuto perché è l’unico modo per fornire alla popolazione l’assistenza di cui ha disperatamente bisogno, impossibile da garantire sotto assedio e bombardamenti. Msf spera che adesso nascano iniziative concrete per la rinascita della Striscia, compreso il ripristino del sistema sanitario gravemente compromesso.
Madrid celebra l’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco
“Il governo spagnolo celebra l’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza, che consentirà la cessazione delle violenze con il ritiro dell’esercito israeliano alla linea di ripiegamento stabilita, la liberazione degli ostaggi e l’ingresso senza ostacoli degli aiuti umanitari per far fronte alla situazione catastrofica nella Striscia di Gaza”. E’ quanto si legge in una nota diramata dal ministero degli Esteri iberico.
Ap: “Da Israele ok all’Onu per aiuti a Gaza da domenica”
Israele ha dato il via libera alle autorità delle Nazioni Unite per iniziare a consegnare aiuti a Gaza a partire da domenica. Lo scrive l’Ap online citando un funzionario Onu. Gli aiuti – scrive Ap – includeranno le 170.000 tonnellate che sono già state posizionate in Paesi vicini come Giordania ed Egitto, mentre i funzionari umanitari attendevano il permesso delle forze israeliane per riprendere le loro attività. Negli ultimi mesi, l’Onu e i suoi partner umanitari sono stati in grado di consegnare solo il 20% degli aiuti necessari per affrontare la grave situazione nella Gaza, secondo il responsabile umanitario Onu Tom Fletcher.
E3: “Bene l’intesa, ora le parti rispettino gli impegni e l’Onu sostenga l’attuazione”
“Accogliamo con favore l’accordo sul cessate il fuoco in Medio Oriente, il previsto rilascio degli ostaggi e la ripresa degli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza”.
E’ quanto si legge in una dichiarazione dei leader di Francia, Germania e Regno Unito sull’intesa raggiunta da Israele e Hamas sulla prima fase del piano Trump, della quale ora chiedono l’attuazione.
“Rendiamo omaggio alla leadership del presidente Trump, agli sforzi diplomatici dei mediatori, Egitto, Qatar e Turchia, e al sostegno fondamentale della regione nel suo complesso per garantire l’accordo – sostengono i capi di governo Londra, Parigi e Berlino – È ora della massima importanza che tutte le parti adempiano pienamente e senza indugio ai propri obblighi. Siamo pronti a sostenere ulteriori colloqui sulle prossime fasi del piano e a contribuire alla sua realizzazione”.
“Nell’ambito di tale sforzo, concordiamo sul fatto che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe dare il suo pieno sostegno al piano e appoggiarne l’attuazione”, concludono, ribadendo l’impegno “a sostenere un pacchetto di aiuti umanitari sostanziale attraverso le agenzie delle Nazioni Unite, da erogare non appena entrerà in vigore il cessate il fuoco”.
Onu: “Inizieremo a fornire aiuti umanitari a Gaza domenica”
Le Nazioni Unite hanno ricevuto il via libera da Israele per iniziare a fornire aiuti a Gaza a partire da domenica, secondo quanto riferito da un funzionario dell’Onu che ha parlato in condizioni di anonimato All’Associated Press visto che i dettagli non sono ancora stati resi pubblici. Gli aiuti comprenderanno 170mila tonnellata di derrate già posizionate nei paesi confinanti, come la Giordania e l’Egitto. Negli ultimi mesi, secondo il responsabile umanitario delle Nazioni Unite Tom Fletcher, l’Onu e i suoi partner umanitari sono stati in grado di fornire solo il 20% degli aiuti necessari nella Striscia di Gaza.
Germania, Francia e Gran Bretagna ringraziano Trump: “Ora tregua e rilascio degli ostaggi”
Germania, Francia e Gran Bretagna ringraziano Trump: “Ora tregua e rilascio degli ostaggi”
Witkoff, Kushner e Ivanka visitano il Muro del Pianto
L’inviato Usa Steve Witkoff insieme con la figlia del presidente Trump Ivanka e con il consigliere e il genero Jared Kushner hanno visitato il Muro Occidentale (Muro del Pianto) a Gerusalemme. Lo riferiscono i media israeliani. Witkoff ha dichiarato ai giornalisti di essere ‘molto felice’ per il nuovo cessate il fuoco a Gaza, che ha contribuito a negoziare per conto del presidente Trump. “Siamo molto felici che gli ostaggi, si spera, verranno liberati lunedì”, ha detto, aggiungendo che “ci sarà pace e molte vite verranno salvate”.
Parolin: “Le accuse di Israele? L’intervista era un invito alla pace”
Parolin: “Le accuse di Israele? L’intervista era un invito alla pace”
Idf: “Colpito deposito armi di Hezbollah nel sud del Libano”
L’esercito israeliano ha demolito un edificio ad Ayta ash-Shab, nel Libano meridionale, dove si trovava un nascondiglio di armi appartenenti al gruppo terroristico Hezbollah. L’Idf – spiegano i media israeliani – ha reso noto che i soldati hanno sequestrato le armi custodite nell’edificio prima di farlo saltare in aria.
Parolin: “Soddisfatti per l’accordo, serve buona volontà perché il diavolo sta nei dettagli”
Parolin: “Soddisfatti per l’accordo, serve buona volontà perché il diavolo sta nei dettagli”
Nobel per la Pace, critiche a Machado sul web per vecchi tweet pro-Israele
Internet non dimentica. E anche Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana e fresca vincitrice del premio Nobel per la Pace 2025, deve fare i conti con alcuni vecchi tweet in sostegno di Benjamyn Netanyahu e di Israele, che le stanno attirando ora un’ondata di critiche. Il tam-tam sui social è partito rapidamente dopo l’annuncio del riconoscimento del Comitato norvegese per il Nobel e sino sono scatenate proteste e indignazione.
Sulle principali piattaforme di Meta circola lo screenshot di un vecchio post in cui Machado scriveva: “Oggi, tutti noi che difendiamo i valori occidentali siamo al fianco dello Stato di Israele, autentico alleato della libertà”. La data, però, è importante: 11 maggio 2021. Il post risale a un momento delicato del conflitto tra Israele e Hamas, che in quei giorni si stavano affrontando duramente. La notte tra il 10 e l’11 maggio, in particolare, il gruppo militante palestinese aveva lanciato centinaia di razzi su Israele e provocato la morte di diversi civili. Il messaggio di Machado, quindi, non è legato agli eventi più recenti nè alla guerra negli ultimi due anni nella Striscia di Gaza, ma a un contesto di violenze precedente.
Netanyahu visita centro medico che accoglierà gli ostaggi
Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha visitato, prima dell’inizio dello Shabbat, al Centro Medico Sheba -Tel HaShomer per vedere di persona la preparazione del sistema sanitario in vista dell’accoglienza degli ostaggi e delle loro famiglie e ha elogiato i team medici. Lo riferisce l’ufficio del premier. In ospedale Netanyahu ha anche incontrato soldati dell’Idf feriti durante la guerra.
“Siete degli eroi. Avete salvato lo Stato di Israele e avete risollevato il nostro spirito. Sono profondamente colpito dalla vostra forza interiore, che mettete al servizio della vostra riabilitazione personale e della rinascita nazionale. Quando vi guardo, mi sento pieno di forza e di infinita gratitudine”, ha detto.
Sondaggio: “In caso di voto Netanyahu avrebbe 3 seggi in più dopo l’accordo sugli ostaggi”
L’accordo sugli ostaggi ha rafforzato la posizione del primo ministro Benjamin Netanyahu e del Likud nell’elettorato israeliano, che, in caso di elezioni, guadagnerebbero tre seggi, mentre altri partiti della coalizione soffrono a causa della loro opposizione all’accordo. Lo rivela un sondaggio di Maariv, secondo cui anche il partito Blocco del Cambiamento di Naftali Bennet perderebbe seggi, con solo 19 parlamentari nella Knesset e tre seggi in meno rispetto all’ultima elezione. Al contrario, il partito Yesh Atid guadagnerebbe tre seggi principalmente grazie al sostegno di Yair Lapid all’accordo.
Il sondaggio Maariv ha anche rivelato che quasi la metà degli israeliani (49%) vorrebbe elezioni una volta completato l’accordo sugli ostaggi, con il 39% che si dichiara contrario e il 13% che non ha un’opinione in merito.
Tajani: “Firma accordo in Egitto lunedì, Meloni invitata”
“Io al vertice in Egitto? È stata invitata la presidente del Consiglio”. Lo ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine di un incontro a Firenze prima della manifestazione di chiusura della campagna elettorale del centrodestra in Toscana, rispondendo a una domanda sulla cerimonia di firma ufficiale dell’accordo su Gaza. “L’incontro dovrebbe tenersi lunedì”, ha aggiunto Tajani.
Libano, Onu: “L’attacco di Israele a giornalisti fu crimine di guerra”
Venerdì un relatore delle Nazioni Unite ha descritto l’attacco israeliano del 13 ottobre 2023 nel Libano meridionale, in cui è morto un giornalista della Reuters e ne sono rimasti feriti altri, tra cui due dell’AFP, come un “crimine di guerra”. Si è trattato di “un attacco premeditato, mirato e doppiogiochista da parte delle forze israeliane, che, a mio avviso, costituisce una chiara violazione del diritto internazionale umanitario e un crimine di guerra”, ha affermato il relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Morris Tidball-Binz. L’attacco ha ucciso il fotografo della Reuters Issam Abdallah e ferito altri sei giornalisti, tra cui Dylan Collins e Christina Assi dell’AFP. L’esercito israeliano nega di aver preso di mira i giornalisti.
Cnn: “Lunedì Trump in Israele”
Donald Trump sarà lunedì in Israele. Lo riporta la Cnn che cita fonti della sicurezza israeliana.
IDF: “Completati preparativi per accoglienza ostaggi”
Le IDF hanno completato i preparativi per l’accoglienza degli ostaggi e ampliato il complesso di accoglienza. Lo fanno sapere le stesse IDF. “La Direzione del Personale delle IDF, in collaborazione con la Direzione Tecnologica e Logistica, ha completato i preparativi per l’accoglienza degli ostaggi dalla Striscia di Gaza. I preparativi sono stati svolti in collaborazione con il Ministero della Salute e altri ministeri governativi, per garantire un’accoglienza professionale, attenta e ottimale dei rimpatriati e delle loro famiglie”, dice l’esercito israeliano. Il portavoce dell’IDF ha dichiarato che, nell’ambito dei preparativi, il complesso di accoglienza iniziale in cui saranno accolti gli ostaggi è stato ampliato, includendo servizi di supporto personale, camere private e assistenza medica. Presso il complesso, “i rimpatriati incontreranno per la prima volta i loro familiari in un momento di profonda emozione, e pertanto è stata allestita anche un’area dedicata alle famiglie”.
La Gauche chiede di vietare concerto di rock band pro-Netanyahu
La prefettura di polizia di Parigi ha riferito oggi all’agenzia France Presse di essersi opposta alla richiesta di esponenti della France Insoumise (Lfi, la sinistra radicale francese) di vietare il concerto previsto per domenica allo Zénith di Parigi del gruppo heavy-metal ‘Disturbed’, il cui cantante è un fervente sostenitore del premier israeliano, Benjamin Netanyahu.
In una lettera inviata agli eletti Insoumis, la prefettura di polizia di Parigi informa “mancano le condizioni per vietare questo evento” e che “una tale restrizione della libertà di espressione è possibile solo in determinate condizioni”. “Il gruppo Disturbed – si prosegue nella circolare – si è impegnato con lo Zénith a non fare alcuna affermazione contraria al regolamento interno della sala o della legge”. Ovviamente, se questo impegno non dovesse venire rispettato, ci saranno “azioni giudiziarie”, avverte la prefettura d’Oltralpe. Il deputato di Lfi di Seine-Saint-Denis, Thomas Portes, aveva invocato il divieto del concerto che rappresenta, a suo avviso, una “minaccia diretta per l’ordine pubblico del nostro Paese”. L’esponente Insoumis ha ricordato che nel 2024 il frontman del gruppo, David Draiman, si era messo “in scena su una base militare israeliana firmando una bomba pronta ad essere sganciata su Gaza”. Contrari al concerto di domenica anche il senatore comunista, Ian Brossat e il deputato socialista, Emmanuel Grégoire, entrambi candidati sindaco al comune di Parigi
Netanyahu rilancia post della Casa Bianca contro comitato Nobel
La pagina ufficiale X del primo ministro Benjamin Netanyahu ha condiviso un post della Casa Bianca in cui si critica il Comitato per il Nobel per non aver assegnato il premio Nobel per la pace al presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Netanyahu ha ripubblicato la dichiarazione del direttore delle comunicazioni della Casa Bianca, Steven Cheung, secondo cui “il Comitato per il Nobel ha dimostrato di anteporre la politica alla pace”. Il Comitato per il Nobel “parla di pace. Il presidente Trump la rende possibile”, ha scritto Netanyahu. “I fatti parlano da soli. Il presidente Trump se lo merita. La pace attraverso la forza”, afferma.
A Gaza in migliaia in cammino verso nord dopo il ritiro dell’Idf
Dopo che il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è entrato in vigore venerdì, poche ore dopo che il governo israeliano ha approvato l’accordo, decine di migliaia di persone nella zona centrale di Gaza hanno iniziato a mettersi in cammino verso nord dopo l’annuncio dell’esercito israeliano, arrivato a mezzogiorno ora locale. In precedenza, i palestinesi avevano segnalato intensi bombardamenti in varie aree dell’enclave per tutta la mattina, ma non si sono registrati attacchi significativi dopo la proclamazione della tregua. A Khan Younis, nel sud, centinaia di palestinesi hanno cercato di rientrare nelle proprie abitazioni, trovando però edifici distrutti e cumuli di macerie dopo il ritiro delle truppe israeliane. Cinque valichi di frontiera, incluso quello di Rafah tra Gaza ed Egitto, dovrebbero essere riaperti, consentendo il passaggio degli aiuti.
Netanyahu: “Il Comitato parla di pace, Trump la realizza e merita il premio”
Anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dopo la Casa Bianca, critica la decisione di assegnare il Premio Nobel per la Pace alla leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado. “Il Comitato per il Nobel parla di pace, il presidente Donald Trump la rende possibile. I fatti parlano da soli. Il presidente Trump merita il Premio”, si legge in un post su X dell’ufficio del premier, che attende l’arrivo di Trump in Israele e nel frattempo rilancia il post con cui Steve Cheung, portavoce della Casa Bianca, ha accusato il Comitato per il Nobel di “aver dimostrato che antepongono la politica alla pace”.
Idf: “Ci prepariamo a ricevere gli ostaggi”
“In questo momento, l’intero esercito si sta preparando a ricevere gli ostaggi”. Lo ha affermato il portavoce delle forze armate israeliane, Effie Defrin, dopo che le truppe si sono ritirate a Gaza lungo la linea concordata, aprendo la strada alla fase del rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.
Polizia Israele: “Trump atteso lunedì, migliaia di agenti schierati”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dovrebbe visitare Israele lunedì, ha dichiarato la polizia israeliana in una nota che delinea le misure di sicurezza che saranno adottate durante la visita, dopo le indiscrezioni che già avevano riferito della visita del presidente Usa nel Paese. Lo riporta la Cnn. Migliaia di agenti di polizia, personale della polizia di frontiera e volontari saranno dispiegati durante la visita di Trump nel Paese, ha dichiarato il portavoce della polizia. Le strade saranno chiuse e agli aerei, compresi i droni, sarà vietato sorvolare l’aeroporto Ben Gurion e Gerusalemme. Trump ha dichiarato ieri che avrebbe “cercato di fare un viaggio” nella regione per celebrare il rilascio degli ostaggi tenuti a Gaza, che, ha detto, avverrà lunedì o martedì.
Israele, scontro Eisenkot-Smotrich sul voto contro l’accordo
Scontro tra il ministro delle Finanze e leader di estrema destra israeliano Bezalel Smotrich e l’ex capo di Stato maggiore ed esponente dell’opposizione Gadi Eisenkot. Quest’ultimo, accogliendo con favore il via libera del governo all’accordo per il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi, ha attaccato il leader di Sionismo Religioso per il suo voto contrario.
In un messaggio su X Eisenkot ha criticato la “sotto-leadership, quei ministri che hanno votato contro un accordo che restituirà vivi gli ostaggi, rapiti sotto la loro supervisione”. “Alcuni di loro si sono opposti al ritorno di bambini di 4 anni dai tunnel di Hamas, in cambio di lanciatori di pietre”, ha aggiunto il politico dell’opposizione, sottolineando che “naturalmente, hanno scelto di rimanere membri del governo”. Immediata la reazione di Smotrich che in un lungo post ha difeso la sua scelta di votare contro, convinto che “svuotare le prigioni di orribili terroristi assassini, liberare tutta la leadership terroristica della prossima generazione…sia un grave errore”. Ancora “più pericoloso” è “la normalizzazione di questa cosa. E’ il fatto che sia impossibile opporsi. Il fatto che non si è nemmeno in grado di legittimare un’opinione diversa dalla propria”, ha aggiunto il leader dell’estrema destra messianica, sottolineando che “unità sta nell’assumersi la responsabilità” e “saper accogliere opinioni diverse e complesse”. “Continuerò con grande responsabilità a unire questo popolo”, ha concluso, rispondendo implicitamente a coloro che lo accusano di portare avanti politiche divisive nel Paese.
Israele cambia all’ultimo la lista dei prigionieri palestinesi
Il governo israeliano ha approvato un cambio all’ultimo minuto nella lista dei prigionieri palestinesi che saranno rilasciati nell’ambito dell’attuazione della prima fase dell’accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito Haaretz, secondo cui i ministri del gabinetto hanno dato via libera al telefono alla sostituzione di 11 operativi di Hamas, giudicati colpevoli di omicidio, con 11 prigionieri di Fatah, la maggior parte dei quali non coinvolta in omicidi di israeliani. Diverse fonti hanno chiarito a Haaretz che i cambi sono stati approvati dallo Shin Bet.
Preparativi per il rilascio degli ostaggi e dei detenuti
Il delegato del governo israeliano per gli ostaggi Gal Hirsh e il capo della Croce Rossa in Israele Julien Lerisson hanno avuto un colloquio sui preparativi per lo scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi.
Lo ha riferito l’ufficio del premier al Times of Israel. “Nelle ultime ore si sono svolti intensi colloqui tra i responsabili della sicurezza israeliani e i rappresentanti della Croce Rossa nell’ambito dei preparativi per l’accoglienza degli ostaggi e il rilascio dei detenuti palestinesi”, ha detto l’ufficio del primo ministro.
Ufficio di Netanyahu: “Intensi colloqui Israele-Croce Rossa su rilascio ostaggi”
L’addetto del governo israeliano per la sicurezza degli ostaggi, Gal Hirsch, ha avuto ‘intensi’ colloqui con il capo della Croce Rossa in Israele, Julien Lerisson. Lo riferisce l’ufficio del Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, al Times of Israel. I due hanno discusso dei preparativi per il rilascio degli ostaggi, previsto per l’inizio della prossima settimana.
“Nelle ultime ore si sono svolti intensi colloqui tra i responsabili della sicurezza israeliani e i rappresentanti della Croce Rossa nell’ambito dei preparativi per l’accoglienza degli ostaggi e il rilascio dei prigionieri”, afferma l’Ufficio del Primo Ministro.
Putin: “Sosteniamo iniziativa Trump per Gaza”
La Russia sostiene “le iniziative degli Stati Uniti e del presidente Donald Trump” per porre fine al conflitto a Gaza. Lo ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin, in una conferenza stampa dopo la sua visita in Tagikistan. Lo riportano le agenzie russe.
Erdogan: “Applicare l’accordo alla lettera, no al ritorno al clima di genocidio”
“Voglio sottolineare che un ritorno a un clima di genocidio avrebbe un costo molto alto”. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, riferendosi all’intesa raggiunta sulla prima fase del piano americano per mettere fine alla guerra a Gaza.
“Alla fine, l’accordo è stato firmato ed è stata aperta la strada verso una pace duratura a Gaza. Questo è molto importante, e diciamo: ‘Che il sangue cessi di scorrere’ “, ha aggiunto Erdogan, durante un evento a Rize, nel nord-est della Turchia. “Ciò che conta ora è che l’accordo venga applicato alla lettera. Faremo tutto il possibile per garantire che ciò avvenga e ci assumeremo l’onere della responsabilità durante il processo di attuazione”, ha concluso Erdogan, stando a quanto riferito dall’agenzia Anadolu.
Putin: “Pronti a partecipare al processo di pace per Gaza”
Putin: “Pronti a partecipare al processo di pace per Gaza”
Portavoce Idf: “Hamas è sconfitto, cessate il fuoco emozionante”
“Hamas non è più quello di due anni fa. Hamas è stato sconfitto ovunque abbiamo combattuto”. Lo ha dichiarato il portavoce delle Idf, il generale di brigata Efi Defrin, affermando in una conferenza stampa che l’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza “è un momento emozionante per il popolo di Israele e per le truppe e i soldati che hanno combattuto negli ultimi due anni con coraggio, audacia e per un senso di missione e dedizione”.
Defrin ha poi spiegato che l’attuale dispiegamento delle Idf nella Striscia di Gaza rientra nell’accordo e che le truppe “agiranno per eliminare qualsiasi minaccia alla loro sicurezza, senza correre alcun rischio”. Esprimendo apprezzamento per i soldati, Defrin ha detto che “il ritorno degli ostaggi è dovuto al coraggio di ogni comandante e combattente durante tutta la guerra”.
Putin: “La questione chiave è la creazione di uno Stato palestinese”
Putin: “La questione chiave è la creazione di uno Stato palestinese”
Crosetto: “Riprende la missione italiana al valico di Rafah”
“Dopo essermi sentito e confrontato con il presidente Giorgia Meloni e con il ministro Tajani, a seguito di una valutazione sulle condizioni di sicurezza operata del Comando operativo di vertice interforze, ho autorizzato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Portolano, a disporre la ripresa delle attività italiane nell’ambito della missione Eubam Rafah, cui partecipa personale dei carabinieri, per la riapertura del valico con le medesime modalità del gennaio 25, in coordinamento con la Farnesina”. Lo sottolinea il ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota.
“Il valico di Rafah, in data 14 ottobre 2025 nel rispetto dell’accordo Trump, in coordinamento fra Unione Europea e le parti, verrà aperto alternativamente su due direzioni in uscita verso l’Egitto ed in entrata verso Gaza – continua – Domenica 12 ottobre inizieranno le operazioni di rilascio degli ostaggi israeliani ed il rilascio di prigionieri palestinesi. Gli israeliani stanno provvedendo a ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità logistica dell’infrastruttura del valico”.
“Affluiranno da altri valichi (non-Rafah) circa 600 autoarticolati di aiuti umanitari al giorno dentro Gaza – conclude Crosetto – Il passaggio di personale non sarà limitato a casi clinici gravi, ma sarà esteso a chiunque lo vorrà (previo concorde parere di Israele ed Egitto)”.
Putin: “Trump sta facendo molto per la pace”
Putin: “Trump sta facendo molto per la pace”
Putin: “Se attuato, il piano Trump per Gaza è storico”
Putin: “Se attuato, il piano Trump per Gaza è storico”
Media: “Forza di pace per Gaza a guida Usa”
Saranno gli Stati Uniti a guidare la forza di pace internazionale che verrà dispiegata a Gaza. A confermarlo è il sito Axios in un lungo articolo sui retroscena dell’accordo raggiunto da Hamas e Israele a Sharm el Sheik. Il comando del contingente agli Stati Uniti è stato uno dei punti che hanno convinto in particolare Hamas a un compromesso. Il presidente Donald Trump lo ha usato come prova della sua determinazione a impedire che Israele violi in futuro l’accordo.
L’inviato americano Steve Witkoff e il genero del Presidente, Jared Kushner, hanno discusso l’idea con il comandante del Centcom, l’ammiraglio Brad Cooper, durante il volo verso l’Egitto. E Cooper ha presentato il piano al tavolo dei negoziati. Questo, hanno riferito fonti statunitensi ad Axios, “ha rafforzato la fiducia nelle garanzie fornite dal presidente che l’accordo sarebbe stato attuato come scritto,” ha detto un funzionario statunitense”. Della task force per monitorare il cessate il fuoco faranno parte 200 tra soldati e ufficiali statunitensi, ma non saranno presenti fisicamente a Gaza. Saranno affiancati da ufficiali di Egitto, Qatar, Turchia e Emirati Arabi Uniti. Sul terreno saranno dispiegate truppe provenienti da paesi arabi e musulmani, che pian piano controlleranno le aree da cui si ritireranno le Forze di Difesa Israeliane. Il processo dovrebbe durare diversi mesi. Le fonti Usa di Axios hanno riferito che dopo il riposizionamento dell’Idf “si passerà allo smantellamento delle installazioni militari e delle armi pesanti a Gaza”.
Unicef: “Aprire le vie di soccorso a Gaza, 50.000 bimbi a rischio”
L’Unicef ha chiesto l’apertura di tutte le vie di soccorso a Gaza e avverte che, in caso contrario, la mortalità infantile potrebbe aumentare. “La situazione è critica. Rischiamo di assistere a un’impennata della mortalità infantile, non solo neonatale, ma anche infantile, dato che il loro sistema immunitario è più compromesso che mai”, ha affermato il portavoce Ricardo Pires. Secondo l’Unicef, il sostegno nutrizionale è la priorità principale: 50.000 bambini sono a rischio di malnutrizione acuta e necessitano di cure immediate.
Pires ha affermato che i bambini “non mangiano correttamente e per niente, da troppo tempo”, e questo sta causando loro problemi di salute che potrebbero avere effetti negativi a lungo termine. “I bambini hanno bisogno delle giuste vitamine e nutrienti per svilupparsi ed essere in grado di affrontare i cambiamenti di temperatura o le epidemie virali”, ha affermato.
Flotilla: “Rientrano oggi 7 dei 9 italiani fermati da Israele”
Rientrano oggi in Italia 7 dei 9 italiani fermati al largo di Gaza dalla marina israeliana mentre si trovavano a bordo delle navi della Flotilla. Lo scrive su Facebook Freedom Flotilla Italia pubblicandone anche i nomi e i luoghi dove arriveranno nel tardo pomeriggio. Si tratta di Claudio Giuseppe Torrero e Francesco Prinetti, attesi a Torino, Stefano Argenio Elisabeth Di Luca e Lorenzo Mollicone, attesi a Roma, Riccardo Corradini e Lorenzo Bresciani, attesi a Milano. “Andiamo ad accoglierli”, si legge nel post. Altri due italiani, Laura Cardile e Vincenzo Fullone, non hanno invece firmato il decreto di espulsione. Il loro rimpatri comunque – secondo la Freedom Flotilla Italia – dovrebbe avvenire “entro domenica”.
Erdogan: “Se ci sarà ancora genocidio la pagheranno cara”
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che se ci sarà un nuovo “genocidio” nella Striscia di Gaza i responsabili pagheranno per questo un caro prezzo. “Vorrei sottolineare questo fatto importante, se ci fosse un nuovo genocidio coloro che ne sono responsabili pagheranno un caro prezzo. La nostra regione, sopratutto Gaza, non può più tollerare spargimenti di sangue”, ha detto il leader turco durante una cerimonia a Rize, sul Mar Nero, trasmessa dalla tv di Stato Trt. “Siamo, ovviamente, consapevoli della pessima reputazione di Israele riguardo a non mantenere le promesse.”, ha aggiunto Erdogan.
Flotilla: polizia denuncia attivista spagnola, ‘ha morso medico’ =
La polizia israeliana ha presentato un’incriminazione contro un’attivista spagnola di 50 anni, arrestata la scorsa settimana durante il viaggio della Global Sumud Flotilla nella Striscia di Gaza, dopo aver presumibilmente morso un membro dello staff medico nel carcere di Ketziot. La polizia ha inoltre chiesto che l’attivista rimanga in custodia fino alla conclusione del procedimento giudiziario. Lo riporta Haaretz.
Trump promette che non consentirà a Israele di rompere intesa
Donald Trump ha offerto personalmente garanzie sul fatto che non avrebbe consentito a Israele di abbandonare l’accordo di pace e riprendere la guerra. Secondo quanto riportato da Axios, le rassicurazioni di Trump sono state un fattore decisivo nel convincere Hamas ad accettare l’accordo. A contribuire al raggiungimento dell’intesa è stato inoltre il cambio di posizione di Hamas che ha iniziato a considerare gli ostaggi “un peso più che una risorsa” nella sua posizione negoziale. Un cambio che è stato considerato dagli Stati Uniti un’opportunità da sfruttare. Poco prima che l’intesa fosse raggiunta martedì, Trump aveva sentito i suoi inviati Jared Kushner e Steve Witkoff e aveva chiesto loro quante fossero le chance per un’intesa. “100%”, aveva risposto Kushner cogliendo il presidente di sorpresa.
17 palestinesi uccisi e 71 feriti negli attacchi israeliani a Gaza nelle ultime 24 ore
Nelle ultime 24 ore almeno 17 palestinesi sono stati uccisi e 71 feriti negli attacchi israeliani a Gaza. Lo riferisce il ministero della Salute della Striscia, gestito da Hamas, secondo i cui dati la guerra di Israele contro Gaza ha causato la morte di 67.211 persone e il ferimento di 169.961 dal 7 ottobre 2023.
Axios: “Trump promette che non consentirà a Israele di rompere intesa”
Donald Trump ha offerto personalmente garanzie sul fatto che non avrebbe consentito a Israele di abbandonare l’accordo di pace e riprendere la guerra. Secondo quanto riportato da Axios, le rassicurazioni di Trump sono state un fattore decisivo nel convincere Hamas ad accettare l’accordo. A contribuire al raggiungimento dell’intesa è stato inoltre il cambio di posizione di Hamas che ha iniziato a considerare gli ostaggi “un peso più che una risorsa” nella sua posizione negoziale. Un cambio che è stato considerato dagli Stati Uniti un’opportunità da sfruttare. Poco prima che l’intesa fosse raggiunta martedì, Trump aveva sentito i suoi inviati Jared Kushner e Steve Witkoff e aveva chiesto loro quante fossero le chance per un’intesa. “100%”, aveva risposto Kushner cogliendo il presidente di sorpresa.
Idf: “Hamas non è più il gruppo che era due anni fa”
In un briefing con i media, il portavoce dell’Idf ha dichiarato che “Hamas non è più quello di due anni fa. E’ stato sconfitto ovunque abbiamo combattuto”. E ha aggiunto: “I nostri fratelli e sorelle, prigionieri di Hamas, stanno tornando alle loro famiglie, alle loro case e alla loro terra”.
Israele pubblica la lista dei 250 nomi dei palestinesi detenuti che verranno rilasciati
Il ministero della Giustizia israeliano ha pubblicato l’elenco di 250 prigionieri che saranno rilasciati in cambio degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, in base a quanto prevede l’accordo con Hamas mediato dagli Stati Uniti. Nell’elenco non compaiono i nomi di importanti leader militanti palestinesi considerati simboli della resistenza e la cui liberazione è stata chiesta da Hamas. Tra i grandi assenti, i nomi di Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Hassan Salameh e Abbas al-Sayyed. Barghouti, condannato a cinque ergastoli per omicidio e considerato un terrorista da Israele, viene descritto dai suoi sostenitori come il “Mandela palestinese”.
Hamas: “Non daremo a Israele scuse per tornare in guerra”
Il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha dichiarato all’emittente saudita Al-Arabiya che “l’accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore. Stiamo monitorando il ritiro dell’esercito israeliano in conformità con l’accordo. I palestinesi hanno confermato che ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento. Non daremo a Israele alcuna scusa per tornare in guerra”
Netanyahu: “Da lunedì Simhat Torah torni giorno di gioia”
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato di sperare che Israele celebri un “giorno di gioia nazionale” a partire da lunedì sera, quando tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, dovrebbero essere riportati da Gaza.
“Cittadini di Israele, due anni fa, la festa di Simhat Torah è diventata un giorno di lutto nazionale”, ha dichiarato venerdì in una dichiarazione televisiva, riferendosi alla festa ebraica che inizia al tramonto di lunedì.
“Questa Simhat Torah, con l’aiuto di Dio, sarà un giorno di gioia nazionale, celebrando il ritorno di tutti i nostri fratelli e sorelle tenuti in ostaggio”, ha aggiunto, sottolineando che Israele ritiene che 20 ostaggi siano ancora vivi a Gaza, mentre 28 sono deceduti
Netanyahu: “Se piano non sarà raggiunto, ci sarà guerra”
“Stiamo stringendo Hamas da ogni lato in vista delle prossime fasi del piano, che prevede il suo disarmo completo e la smilitarizzazione di Gaza. Se ciò sarà raggiunto in modo pacifico, tanto meglio. Se no, sarà raggiunto con la forza”. Ha affermato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in una dichiarazione ai media
In migliaia tornano verso Gaza City, dopo ritiro dell’Idf
Migliaia di famiglie si stanno muovendo dal sud della Striscia a Gaza city dopo che l’esercito israeliano si è ritirato da via Rashid. Lo riferiscono fonti di Gaza e lo mostrano i video sui social.
Hamas: “Collaboreremo per garantire un accordo per il cessate il fuoco”
“Collaboreremo con tutte le parti per garantire la continuazione dell’accordo di cessate il fuoco”. Lo dice un portavoce di Hamas ad Al Arabiya. Secondo il portavoce dell’organizzazione islamista, C’è un dialogo con i mediatori sulle restanti disposizioni del piano Trump. “Il presidente Trump ha compiuto sforzi significativi per attuare l’accordo”, ha aggiunto
Netanyahu: “L’ok di Hamas è arrivato solo dopo che ha sentito la spada alla gola”
“Chiunque dica che l’accordo sugli ostaggi è sempre stato sul tavolo semplicemente non sta dicendo la verità” perché “Hamas ha accettato l’accordo solo dopo aver sentito la spada puntata alla gola e solo dopo che il piano di Trump l’ha isolato a livello internazionale in un modo senza precedenti”. Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in una dichiarazione ai media, in riferimento all’accordo raggiunto da Israele e Hamas in Egitto
Netanyahu: “Hamas sarà senza armi e senza potere a Gaza”
“Abbiamo privato Hamas di tutte le sue carte, Hamas a Gaza sarà senza armi e senza potere”. Lo dice il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu in una dichiarazione in diretta televisiva
Netanyahu: “Tutti ostaggi torneranno a casa nei prossimi giorni”
“Tutti gli ostaggi torneranno a casa nei prossimi giorni”. Lo dice il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu in una dichiarazione
Il portavoce dell’IDf: “Il ritiro è completato e si è svolto secondo i piani”
Secondo la dichiarazione del portavoce dell’esercito, “l’accordo è entrato in vigore, alle 12 ora locale (11 in Italia) le forze dell’Idf si sono posizionate nelle ultime linee di schieramento, in conformità con le linee guida dell’accordo di cessate il fuoco e con il ritorno dei rapiti. Le forze dell’Idf del Comando Meridionale sono dispiegate nell’area e continueranno a operare per eliminare qualsiasi minaccia immediata”.
L’Idf annuncia che è in vigore il cessate il fuoco
L’esercito israeliano ha annunciato che è in vigore dalle 11 il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. L’Idf ha annunciato di aver completato
il ritiro a Gaza come previsto dall’accordo.
Merz lancia conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz vuole organizzare una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza insieme all’Egitto. È quello che si legge in una nota diffusa dalla cancelleria. “Insieme all’Egitto inviteremo ad una conferenza internazionale per la ricostruzione di Gaza”, si legge. “Metteremo a fuoco i bisogni di Gaza più urgenti, come la ripristinazione dei rifornimenti idrici ed energetici e quelli in ambito medico”, conclude la nota.
Media: “Sfollati a est di Khan Younis iniziano a rientrare”
E’ iniziato a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza il rientro dei residenti palestinesi nelle aree dalle quali si stanno ritirando le forze israeliane. A riferirne sono media locali citati dal Times of Israel. Non si tratta al momento di chi dal sud della Striscia vuole tornare al nord, dove sono ancora presenti le truppe israeliane, ma di sfollati che nelle ultime ore si sono messi in movimento per raggiungere Khan Younis dalla zona ad est della città dove erano stati costretti a riparare
Regno Unito: “Monitoriamo la tregua, non sono previste truppe inglesi o europee”
Non è prevista la presenza di truppe britanniche o europee a Gaza dopo l’accordo di cessate il fuoco: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico Yvette Cooper, come riportano i media inglese. “Non è nei nostri piani, non abbiamo intenzione di farlo”, ha dichiarato a Bbc Breakfast. “Ma c’è una proposta immediata – ha affermato – affinché gli Usa guidino quello che è effettivamente un processo di monitoraggio per assicurarsi che ciò avvenga sul campo. Ma hanno anche chiarito che si aspettano che le truppe sul campo siano fornite dagli stati vicini, e questo è qualcosa che ci aspettiamo che accada”
Trump atterrerà lunedì alle 9 in Israele
Donald Trump atterrerà all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv poco dopo le 9 di lunedì mattina, e sarà accolto con una cerimonia ufficiale: a rendere noti i nuovi dettagli sulla prossima visita del presidente degli Stati Uniti in Israele è l’emittente televisiva israeliana Canale 12. Da lì, Trump si recherà direttamente alla Knesset a Gerusalemme per tenere un discorso prima dell’inizio della festività di Simchat Torah, che inizia lunedì sera. A riferirne è il Times of Israel. La visita, organizzata dopo la firma dell’accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas, sarà breve, secondo quanto riferisce l’emittente. Dopo il discorso al parlamento israeliano, il presidente degli Stati Uniti tornerà all’aeroporto per la partenza. Se questo verrà confermato, Trump non avrà tempo di fermarsi nella Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv
L’esercito turco: “Pronti a una missione di pace a Gaza”
L’esercito turco è pronto a una missione di pace nella Striscia di Gaza. Dopo le dichiarazioni rilasciate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, oggi è l’esercito di Ankara, il secondo più importante all’interno della Nato, a ribadire che i suoi militari sono disponibili a intervenire sul campo per monitorare il rispetto del cessate il fuoco. “Le forze armate turche sono pronte a svolgere qualsiasi compito che dia un contributo al mantenimento della pace e al monitoraggio del rispetto delle condizioni del cessate il fuoco”, si legge nel comunicato di Ankara
L’Idf prevede di completare il ritiro da Gaza entro mezzogiorno
L’Idf prevede di completare il ritiro delle truppe verso le linee di schieramento concordate a Gaza, come parte dell’accordo con Hamas, a mezzogiorno. Lo scrive il Times of Israel. Entro 72 ore dal completamento del ritiro da parte dell’Idf, Hamas è pronta a rilasciare i 48 ostaggi in suo possesso, a partire dai 20 che si ritiene siano ancora vivi
Tajani: “Meloni invitata in Egitto alla cerimonia per la firma dell’accordo”
“Lunedì c’è la grande cerimonia di firma ufficiale dell’accordo e credo che sarà invitata anche il nostro presidente del consiglio, così mi ha detto ieri il ministro degli esteri egiziano”. L’ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando a Restart su Rai Tre
Israele avvia il ritiro delle truppe da Gaza con copertura di raid
Durante la notte e questa mattina, le Idf hanno iniziato a ritirare le truppe nella Striscia di Gaza secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell’accordo con Hamas. Alcune forze sono state completamente ritirate da Gaza, mentre altre rimarranno nelle posizioni lungo le linee di schieramento. Lo riporta il Times of Israel. Il ritiro avvenne sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone. Si prevede che l’Idf completerà il ritiro entro stasera, entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell’accordo con Hamas da parte del governo israeliano
A Gaza avviato il ritiro dell’Idf lungo le linee concordate
Tra la notte scorsa e questa mattina, l’esercito israeliano (Idf) ha iniziato a ritirare le truppe nella Striscia di Gaza secondo le linee di schieramento concordate, come parte dell’accordo con Hamas per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi tenuti prigionieri dal gruppo palestinese. Alcune forze sono state completamente ritirate da Gaza, mentre altre rimarranno nelle posizioni lungo le linee di schieramento. Il ritiro avvenne sotto la copertura di bombardamenti di artiglieria e attacchi aerei in alcune zone, come riporta il Times of Israel. Si prevede che le Idf completeranno il ritiro entro stasera, vale a dire entro 24 ore dalla ratifica ufficiale dell’accordo con Hamas da parte del governo israeliano. Una volta completato il ritiro, l’esercito manterrà il controllo di poco più della metà del territorio della Striscia, ovvero il 53%, la maggior parte del quale si trova al di fuori delle aree urbane. Ciò include una zona cuscinetto lungo l’intero confine di Gaza, compreso il corridoio di Philadelphi (l’area di confine tra Egitto e Gaza), insieme a Beit Hanoun e Beit Lahiya nell’estremo nord della Striscia, un piccolo promontorio nella periferia orientale di Gaza City e ampie porzioni di Rafah e Khan Younis nella Striscia meridionale
Idf, soldato ucciso da cecchino a Gaza poco prima tregua
Il sergente dell’Idf Michael Mordechai Nachmani, 26 anni, è stato colpito a morte da un cecchino giovedì nella Striscia di Gaza settentrionale poco prima che entrasse in vigore il cessate il fuoco. Lo riferisce l’esercito
Il documento firmato della prima fase dell’accordo Trump
Media, segnalati ancora attacchi e colpi di artiglieria a Gaza
Attacchi militari israeliani sono stati segnalati a Gaza, aerei a Khan Younis e con elicotteri a Gaza City, nelle ore successive alla ratifica da parte del governo israeliano della prima fase dell’accordo e dell’entrata in vigore del cessate il fuoco con Hamas. Lo riferiscono Al Jazeera e l’agenzia palestinese Wafa. Elicotteri hanno preso di mira un sito a est di Gaza City, dove sono stati segnalati anche colpi di artiglieria. Poco prima c’erano state segnalazioni di attacchi aerei nell’area meridionale di Khan Younis, a Gaza. La protezione civile di Gaza, ricorda Al Jazeera, aveva avvertito la popolazione di tenersi lontana dalle zone di confine di Gaza City fino all’annuncio ufficiale dell’inizio del ritiro delle forze israeliane.
Soldato Idf ucciso ieri da un cecchino di Hamas
Un soldato riservista dell’Idf è stato ucciso ieri pomeriggio in un attacco di cecchini di Hamas nella città di Gaza, secondo quanto annunciato dall’esercito. Lo rende noto il Times of Israel. L’attacco del cecchino è avvenuto dopo che i negoziatori israeliani e di Hamas avevano firmato un accordo in Egitto per garantire il rilascio di tutti gli ostaggi detenuti dal gruppo terroristico a Gaza. Il cessate il fuoco previsto dall’accordo non era ancora entrato in vigore quando è stato sferrato l’attacco.
Scatta il cessate il fuoco a Gaza
Con l’approvazione dell’intesa con Hamas da parte del governo israeliano, inizia il cessate il fuoco a Gaza e nelle prossime 24 ore le truppe dell’Idf si ritireranno come concordato.
Sulla scrivania di Trump spuntano modelli di un arco di trionfo
Un arco di trionfo che ricorda quello di Parigi per i 250 anni dell’indipendenza degli Stati Uniti. Potrebbe essere un altro degli ambiziosi e faraonici progetti di Donald Trump, stando ad un giornalista e fotografo dell’Afp che ha visto un modello di arco di trionfo sul Resolute Desk di Trump nello Studio Ovale mentre incontrava il presidente finlandese Alex Stubb giovedì. La planimetria, con piccoli modelli su una mappa, mostra l’arco posizionato su una rotatoria vicino al cimitero monumentale di Arlington, dall’altra parte del fiume Potomac rispetto al Lincoln Memorial in marmo bianco. Sulla scrivania c’era un secondo modello di arco, più grande, su cui si potevano vedere più chiaramente i dettagli, tra cui un angelo dorato alato che regge una torcia, affiancato da due aquile bianche su entrambi i lati. Entrambi i modelli assomigliano al famoso Arco di Trionfo di Parigi, commissionato dall’imperatore francese Napoleone all’inizio del XIX secolo per commemorare i soldati caduti durante le sue campagne militari.
Usa: si spera che accordo Gaza porti ad estendere accordi Abramo
“Si spera che l’accordo su Gaza porti a un’opportunità per espandere gli accordi di Abramo”: lo ha detto un alto dirigente della Casa Bianca in una call cui ha partecipato l’ANSA.
Fonti Usa, Hamas vedeva ormai ostaggi come peso e non come risorsa
Una delle ‘svolte’ nella possibile soluzione del conflitto a Gaza è stata che nel tempo, Hamas ha iniziato a considerare gli ostaggi “più come un peso che come una risorsa”, aprendo così la strada a un accordo. E’ quanto hanno riferito due alti funzionari statunitensi in una call con in gruppo ristretto di giornalisti. I funzionari hanno affermato che il team statunitense ha recentemente rilevato un cambiamento di atteggiamento da parte dei militanti di Hamas e che ciò ha aperto la strada a un accordo di cessate il fuoco.
Il governo di Israele ha approvato il piano
Il governo israeliano ha approvato il piano per il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti. Lo riferisce l’ufficio del premier.
Egitto-Qatar-Turchia in task force per tregua a Gaza
La task force congiunta per monitorare il cessate il fuoco a Gaza includerà soldati provenienti da Egitto, Qatar, Turchia e probabilmente Emirati Arabi: lo ha detto un alto dirigente della Casa Bianca in una call cui ha partecipato l’ANSA. Il team include organizzazioni non governative e attori del settore privato.
Usa: 200 soldati Usa per monitorare tregua a Gaza
“Ci saranno 200 soldati statunitensi sul terreno a Gaza come parte di una task force congiunta per aiutare a sostenere e monitorare l’accordo di cessate il fuoco: lo ha detto un alto dirigente della Casa Bianca in una call cui ha partecipato l’ANSA.
Responses