Israele-Gaza, news. Trump-Netanyahu: ok al piano. Resta nodo Anp. Hamas: “Non lo abbiamo ricevuto”
Benjamin Netanyahu ha incontrato alla Casa Bianca Donald Trump dichiarando che enormi passi avanti sono stati fatti verso la pace. Il presidente americano ha ringraziato il premier israeliano “per aver accettato il piano” per far finire la guerra a Gaza. “Se Hamas respingerà il suo piano – ha aggiunto Netanyahu rivolgendosi al presidente americano – o se lo accetterà ma poi farà di tutto per contrastarlo, allora Israele porterà a termine il lavoro”.
Durante l’incontro il presidente Usa e il premier israeliano hanno sentito il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, con il quale hanno parlato di “una proposta per porre fine alla guerra a Gaza, delle prospettive per un Medio Oriente più sicuro e della necessità di maggiore comprensione tra i due Paesi”. Netanyahu ha inoltre chiesto scusa per l’attacco a Doha e promesso che simili raid in Qatar non si ripeteranno.
La Casa Bianca ha pubblicato il piano Trump per Gaza in 20 punti. Nei primi due si legge che la Striscia “sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini” che “sarà riqualificata a beneficio della popolazione di Gaza, che ha sofferto più che abbastanza”. Ma Hamas sostiene di non essere stata coinvolta.
L’Anp ha accolto con favore gli sforzi di Trump per la pace ma per Netanyahu a Gaza “non c’è nessuno ruolo per l’Autorità Nazionale Palestinese senza un cambiamento radicale” che includa, tra l’altro, “il riconoscimento dello Stato ebraico”
Punti chiave
Costa: “Bene piano Trump, le parti colgano chance pace”
“Accolgo con favore il piano del presidente Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza e sono incoraggiato dalla risposta positiva del primo ministro Netanyahu. Tutte le parti devono cogliere questo momento per dare alla pace una possibilità concreta. La situazione a Gaza è intollerabile. Le ostilità devono cessare e tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente. I popoli israeliano e palestinese meritano di vivere fianco a fianco, in pace e sicurezza, liberi dalla violenza e dal terrorismo”. Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa
Anp accoglie con favore gli “sforzi determinati di Trump” per porre fine alla guerra
L’Autorità Nazionale Palestinese ha accolto con favore gli “sforzi sinceri e determinati” del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in seguito al suo annuncio di un piano per porre fine alla guerra a Gaza. In una dichiarazione, l’Anp ha affermato di “accogliere con favore gli sforzi sinceri e determinati del Presidente Donald J. Trump per porre fine alla guerra a Gaza e di affermare la propria fiducia nella sua capacità di trovare una via verso la pace”.
Paesi arabi e islamici a favore del piano di Trump su Gaza
Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Pakistan, Turchia, Qatar ed Egitto hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui accolgono con favore gli sforzi di Trump per porre fine alla guerra a Gaza, dicendosi pronti a “cooperare positivamente” con gli Usa per finalizzare l’accordo e garantirne l’attuazione. Lo riporta Sky News. “I ministri degli Esteri accolgono con favore l’annuncio di Trump sulla proposta di porre fine alla guerra, ricostruire Gaza, impedire lo sfollamento del popolo palestinese e promuovere una pace, nonché il suo annuncio che non consentirà l’annessione della Cisgiordania
Jihad islamica, piano Trump “ricetta per aggressioni”
La Jihad Islamica, il gruppo militante palestinese che combatte al fianco di Hamas a Gaza, ha criticato il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra, affermando che alimenterebbe ulteriori aggressioni contro i palestinesi. “E’ una ricetta per una continua aggressione contro il popolo palestinese. In questo modo, Israele sta tentando, tramite gli Stati Uniti, di imporre ciò che non è riuscito a ottenere con la guerra”, ha affermato il gruppo in una nota. “Pertanto, consideriamo la dichiarazione americano-israeliana una formula per infiammare la regione”, si legge nel comunicato
Hamas “studierà” proposta di Trump “in buona fede”
Il team negoziale di Hamas “studierà la proposta di Trump” su Gaza in “buona fede”. Lo riferisce una fonte diplomatica ad Al Jazeera dopo che Qatar ed Egitto hanno consegnato il piano di Trump al team negoziale del gruppo palestinese
Macron: “Omaggio all’impegno di Trump per fine la guerra a Gaza”
Il presidente francese, Emmanuel Macron, rende omaggio in un post su X “all’impegno del presidente Trump per mettere fine alla guerra a Gaza e ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi”. “Auspico – scrive Macron – che Israele si impegni in modo risoluto su questa base. Hamas non ha altra scelta che liberare immediatamente tutti gli ostaggi e seguire questo piano”
Blair loda Piano Trump, “audace e intelligente”
L’ex leader laburista britannico, Tony Blair, ha salutato come “audace e intelligente” il Piano Trump per Gaza, presentato oggi alla Casa Bianca, e che prevede anche un ruolo per lui nella transizione della Striscia. “Il presidente Trump ha elaborato un piano audace e intelligente che, se approvato, può porre fine alla guerra, portare aiuti immediati a Gaza, la possibilità di un futuro migliore e più luminoso per il suo popolo, garantendo al contempo la sicurezza assoluta e duratura di Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi”, si legge nella nota di Blair, il cui nome è stato l’unico menzionato da Trump per far parte del suo “Board of Peace” per la transizione.
Il Piano, prosegue l’ex premier britannico, “ci offre la migliore possibilità di porre fine a due anni di guerra, miseria e sofferenza e ringrazio il presidente Trump per la sua leadership, determinazione e impegno”. “In particolare”, conclude Blair, “la sua disponibilità a presiedere il Board of Peace per supervisionare la nuova Gaza è un enorme segnale di sostegno e fiducia nel futuro di Gaza, nella possibilità che israeliani e palestinesi trovino una via verso la pace e nel potenziale di un’alleanza regionale e globale più ampia per contrastare le forze dell’estremismo e promuovere la pace e la prosperità tra le nazioni”
Palazzo Chigi: “L’Italia accoglie con favore il piano Trump. Pronta a fare la sua parte con gli Usa e gli altri”
“Il Piano, che l’Italia accoglie con favore, presenta un ambizioso progetto di stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo della Striscia di Gaza, con il pieno coinvolgimento dei partner regionali”. Così si legge in una nota di Palazzo Chigi relativa al Piano per Gaza presentato oggi dal presidente Usa, Donald Trump. “L’Italia è pronta a fare la sua parte, in stretto coordinamento con gli Stati Uniti, i partner europei e della Regione, e ringrazia il Presidente Trump per il lavoro di mediazione e i suoi sforzi per portare la pace in Medio Oriente”. Così si legge in una nota di Palazzo Chigi relativa al Piano per Gaza presentato oggi dal presidente Usa, Donald Trump
Media, piano Trump trasmesso da Qatar-Egitto a Hamas
Una fonte diplomatica ha riferito all’emittente televisiva qatariota Al Jazeera che il Qatar e l’Egitto hanno trasmesso il piano di Trump per la Striscia di Gaza alla delegazione negoziale di Hamas. La delegazione ha promesso ai mediatori di “studiare la proposta responsabilmente”
Fonti, Doha si è impegnata a portare Hamas a un accordo
Fonti politiche israeliane hanno rivelato a Ynet, il media più letto del Paese, che “il Qatar si è impegnato a fare in modo che Hamas accetti l’accordo”
Hamas, “Piano di pace per Gaza pende verso Israele”
L’alto funzionario di Hamas Muhammad Mardawi ha dichiarato in un’intervista al canale qatariota Al Jazeera che il piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump in conferenza stampa ‘pende verso la prospettiva israeliana. E’ vicino a ciò su cui Netanyahu insiste per continuare la guerra”, ha affermato. Tuttavia, “dobbiamo ricevere questo piano in forma scritta e chiara prima di rispondere. Il piano deve essere nelle mani di Hamas e delle organizzazioni palestinesi”, ha sottolineato ribadendo che né Hamas né alcun palestinese lo ha ancora visto
Hamas, non accetteremo piani senza protezione dai massacri
“Non accetteremo alcuna proposta che non includa l’autodeterminazione del popolo palestinese e la sua protezione dai massacri”. Lo ha dichiarato l’alto funzionario di Hamas, Mahmoud Mardawi, come riporta Al Jazeera
Trump: “Netanyahu resta contrario a uno Stato palestinese”
Benjamin Netanyahu rimane “molto chiaro nella sua opposizione a uno Stato palestinese”: lo ha detto Donald Trump nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Benjamin Netanyahu.
Hamas: “Non abbiamo ancora ricevuto il piano Trump, molto vago”
“Non siamo stati informati del Piano di Trump prima del suo annuncio, e i suoi termini sono vicini alla visione israeliana”, ha detto ad Al Jazeera l’alto funzionario di Hamas Mahmoud Mardawi. “Quello che è successo è stato un tentativo di reprimere lo slancio internazionale e il riconoscimento dello Stato palestinese”, ha aggiunto il rappresentante del gruppo palestinese, denunciando il contenuto del Piano “vago e non garantito”
Famiglie ostaggi: “Accordo storico, potremo guarire”
“Dopo quasi due anni di angoscia inimmaginabile, ci troviamo a un punto di svolta storico. Siamo profondamente grati al Presidente Trump per il suo incrollabile impegno verso le nostre famiglie e verso lo Stato di Israele, e per aver raggiunto ciò che desideravamo disperatamente fin dal 7 ottobre: un accordo per riportare a casa tutti i nostri cari”. Lo scrive il Forum delle famiglie degli ostaggi in una nota. Questo è un accordo storico che permetterà al nostro popolo di guarire, di porre fine alla guerra e di tracciare un nuovo futuro per il Medio Oriente”
Netanyahu, Israele manterrà sicurezza a Gaza dopo guerra
Israele conserverà la responsabilità della sicurezza a Gaza dopo la guerra: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Donald Trump
Trump e Netanyahu non prendono domande dai reporter
Alla fine di due lunghe dichiarazioni Donald Trump e Benjamin Netanyahu non hanno risposto alle domande dei giornalisti. “Prima chiudiamo l’accordo e poi ci sarà tempo per rispondere alle domande”, ha detto il premier israeliano al quale il presidente americano aveva lasciato la scelta
Hamas, ‘Blair inaccettabile, sappiamo gestirci da soli’
“Tony Blair è una figura inaccettabile per il nostro popolo. Abbiamo accettato la formazione di un comitato che non rappresenti alcuna fazione palestinese per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, e non accetteremo l’imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo”. Lo ha detto in una dichiarazione alla Reuters, pubblicata sul suo sito, l’alto funzionario di Hamas Taher al-Nunu. “Il nostro popolo è perfettamente capace di gestire i propri affari da solo”, ha aggiunto
Hamas, resistenza armata nostro diritto senza uno Stato
“La resistenza armata è un diritto del popolo palestinese finché esiste l’occupazione. Se il popolo palestinese sarà liberato e verrà creato uno Stato palestinese, allora non ci sarà più bisogno né di resistenza né di armi, e ciò farà parte dell’entità palestinese”. Lo ha detto, in un’intervista al canale qatariota Al-Arabi il funzionario di Hamas Tahir al-Nunu
Netanyahu, nessun ruolo per Anp senza cambiamenti radicali
“Gaza avrà un’amministrazione civile pacifica gestità né da Hamas, né dall’Autorità Nazionale Palestinese”. Lo ha affermato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, parlando in conferenza stampa al termine dell’incontro con Donald Trump. Rivolgendosi al presidente americano, ha aggiunto: “Apprezzo la Sua posizione decisa sul fatto che l’Anp non potrà avere alcun ruolo a Gaza senza una trasformazione radicale e genuina”
Netanyahu, Israele voleva colpire i terroristi non il Qatar
Netanyahu, Israele voleva colpire i terroristi non il Qatar
Netanyahu, piano Trump per Gaza coerente con nostri obiettivi
Il piano di Donald Trump per Gaza “é coerente con gli obiettivi di Israele”: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Donald Trump
Netanyahu, se Hamas non accetta Israele avanti da solo
“Se Hamas non accetterà il piano di pace, o se lo accettasse e poi non lo mettesse in pratica, Israele andrà avanti da solo”, ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa alla Casa Bianca con Donald Trump
Netanyahu, Trump il più grande amico d’Israele a Casa Bianca
Il presidente Usa, Donald Trump, è “il più grande amico che Israele abbia mai avuto alla Casa Bianca”. Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con il presidente americano
Netanyahu, passo cruciale per porre fine guerra a Gaza
Quello di oggi “è un passo cruciale per porre fine alla guerra a Gaza e per l’avanzamento della pace in tutto il Medioriente, e anche oltre, nei paesi musulmani. Sostengo il piano, che porterà al raggiungimento dei nostri obiettivi”. Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in conferenza stampa con Donald Trump alla Casa Bianca
Netanyahu, supporto il piano di Trump. Oggi passo fondamentale per la fine della guerra a Gaza
“Accetto il tuo piano per mettere fine alla guerra a Gaza”: lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Donald Trump, elencando alcune delle principali condizioni previste. “Oggi passo fondamentale per la fine della guerra a Gaza”
Trump, prevedo Iran in accordi di Abramo un giorno
Donald Trump ha detto di aspettarsi che un giorno l’Iran diventi parte degli accordi di Abramo, ossia gli accordi per la normalizzazione dei rapporti tra Israele e i Paesi della regione
Trump, Netanyahu un “guerriero” ma Israele pronto a pace
Il presidente Usa Donald Trump ha lodato il premier israeliano Benjamin Netanyahu definendolo “un guerriero” che non sa cosa significhi “tornare a una vita normale”. Israele è “fortunato ad averlo”, ha detto nella conferenza stampa congiunta con Netanyahu alla Casa Bianca, ma il suo popolo è pronto per la pace e per la “normalizzazione nel vero senso della parola”
Trump, molti amici europei hanno scioccamente riconosciuto la Palestina
“Molti Paesi europei amici” hanno “scioccamente” riconosciuto lo Stato palestinese, ma “lo hanno fatto perché sono stanchi di quanto sta accadendo da troppi decenni”. Lo ha detto Donald Trump nella conferenza stampa alla Casa Bianca con Benjamin Netanyahu
Trump, se Hamas accetta il piano ostaggi liberi subito
“Se accettata da Hamas, la nostra proposta prevede il rilascio immediato degli ostaggi, non oltre 72 ore”: lo ha detto Donald Trump in conferenza stampa alla casa Bianca con Benjamin Netanyahu
“Israele non occuperà né annetterà Gaza”. E’ quanto si legge nel piano per Gaza firmato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e reso pubblico dalla Casa Bianca. “Con l’instaurarsi del controllo e della stabilità da parte delle Isf, Forze di stabilizzazione internazionale, le Idf, Forze di difesa israeliane, si ritireranno secondo standard, traguardi e tempistiche legate alla smilitarizzazione, concordati tra Idf, Isf, i garanti e gli Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i loro cittadini”. “Praticamente – continua il documento – le forze israeliane cederanno progressivamente il territorio di Gaza occupato alle forze internazionali, secondo un accordo con l’autorità transitoria fino al completo ritiro, salvo una presenza perimetrale di sicurezza che rimarrà fino a quando Gaza non sarà adeguatamente sicura da qualsiasi minaccia terrorista”.
Trump, sentiamo di avere una risposta positiva da Hamas altrimenti pieno sostegno a Netanyahu per fare quello che deve
“Ho sentito che Hamas intende accettare il piano per Gaza”. Lo ha detto Donald Trump. Altrimenti pieno sostegno a Netanyahu per fare quello che deve
Trump, Netanyahu ha accettato Piano di pace
Donald Trump ha ringraziato in conferenza stampa alla Casa Bianca Benjamin Netanyahu per aver “accettato il piano di pace” Usa per Gaza
Trump, Paesi arabi ed europei molto coinvolti nel piano
“L’Europa è stata molto coinvolta nell’elaborazione del piano per Gaza”. Lo ha detto Donald Trump in una conferenza stampa con Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca ringraziando anche i “Paesi arabi e musulmani per il loro contributo”
Trump: “Principi apprezzati da tutti nella Regione”
Trump: “Principi apprezzati da tutti nella Regione”
Trump: “Accordo si chiama Pace per il Medioriente”
Trump: “Accordo si chiama Pace per il Medioriente”
Trump: “Siamo molto vicini a un accordo per la pace a Gaza”
Trump: “Siamo molto vicini a un accordo per la pace a Gaza”
PIano Trump, dopo accordo via agli aiuti
Ripresa degli aiuti umanitari a Gaza in collaborazione con le Nazioni Unite. E’ uno dei punti contenuti nel piano di pace di Donald Trump, e pubblicato dalla Casa Bianca. “All’accettazione di questo accordo – si legge – gli aiuti saranno immediatamente inviati nella Striscia di Gaza. Come minimo, le quantità di aiuti saranno coerenti con quanto previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025 riguardante gli aiuti umanitari, compresa la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), la riabilitazione di ospedali e panifici, e l’ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e aprire le strade”. “L’ingresso e la distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza – continua il documento – procederanno senza interferenze da parte delle due parti, tramite le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa e altre istituzioni internazionali non associate in alcun modo a nessuna delle due parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo previsto dall’accordo del 19 gennaio 2025”
Piano Trump, nessuno sarà costretto a lasciare Gaza
“Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza, e coloro che desiderano andarsene saranno liberi di farlo e liberi di tornare. Incoraggeremo le persone a rimanere e offriremo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore”. Lo prevede il piano di pace della Casa Bianca per Gaza
Piano Trump, se Israele e Hamas accettano la guerra terminerà immediatamente
Se entrambe le parti accettano questa proposta, la guerra terminerà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno fino alla linea concordata per prepararsi al rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, inclusi bombardamenti aerei e di artiglieria, saranno sospese e le linee del fronte rimarranno congelate fino al raggiungimento delle condizioni necessarie per un completo ritiro graduale
Piano americano: “Trump presiederà organismo transizione di Gaza con Blair”
“Gaza sarà governata sotto l’amministrazione transitoria temporanea di un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e delle municipalità per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà composto da palestinesi qualificati e da esperti internazionali, con la supervisione e il controllo di un nuovo organismo transitorio internazionale, il “Board of Peace”, che sarà presieduto e guidato dal Presidente Donald J. Trump, insieme ad altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, incluso l’ex Primo Ministro Tony Blair”. E’ quanto prevede il piano di pace di Donald Trump
Piano Trump, amnistia per i membri di Hamas che accettano la pace
Piano Trump, amnistia per i membri di Hamas che accettano la pace
Piano Trump per Gaza, Israele rilascerà 250 palestinesi
In cambio della liberazione degli ostaggi israeliani, Israele libererà 250 prigionieri palestinesi. Lo si legge nel piano di Donald Trump per Gaza
Piano di Trump per Gaza, entro 72 ore ostaggi liberi
Se le parti accetteranno la proposta di Donald Trump per Gaza gli ostaggi nelle mani di Hamas saranno liberati entro 72 ore, vivi o morti. Lo si legge nel piano del presidente americano pubblicato dalla Casa Bianca
La Casa Bianca pubblica il piano di Trump per Gaza in 20 punti
La Casa Bianca ha pubblicato il piano di Donald Trump per Gaza in 20 punti. Nei primi due si legge che la Striscia “sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini” che “sarà riqualificata a beneficio della popolazione di Gaza, che ha sofferto più che abbastanza”
Al Thani ha accettato le rassicurazioni di Netanyahu
Il premier del Qatar Al Thani “ha accolto con favore le rassicurazioni” di Benjamin Netanyahu “sottolineando la disponibilità del Qatar a continuare a contribuire in modo significativo alla sicurezza e alla stabilità regionale. Anche il primo ministro Netanyahu ha espresso il suo impegno in tal senso”
Casa Bianca: “Netanyahu ha promesso al Qatar di non ripetere raid”
Nella sua telefonata al premier del Qatar, presente Donald Trump, Benjamon Netanyahu ha affermato che non effettuerà più attacchi del genere in futuro, riferendosi a quello contro i leader di Hamas a Doha. Lo rende noto un comunicato della Casa Bianca
Casa Bianca: “Trump ha parlato della proposta per Gaza con Netanyahu e Al Thani”
Donald Trump, il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, hanno parlato di “una proposta per porre fine alla guerra a Gaza, delle prospettive per un Medio Oriente più sicuro e della necessità di maggiore comprensione tra i due Paesi”. Lo rende noto la Casa Bianca, dopo la conferma del colloquio telefonico a tre. Trump ha “elogiato entrambi i leader per la loro volontà di fare passi verso una maggiore cooperazione nell’interesse della pace e della sicurezza per tutti”
Casa Bianca: “Ok a un meccanismo trilaterale Usa-Israele-Qatar per rafforzare il coordinamento”
Nel colloquio trilaterale tra Donald Trump, Benjamin Netanyahu e il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, “i leader hanno accettato la proposta del presidente Usa d’istituire un meccanismo trilaterale per migliorare il coordinamento, ottimizzare la comunicazione, risolvere le reciproche controversie e rafforzare gli sforzi collettivi volti a prevenire le minacce”. Lo riporta la Casa Bianca. I leader hanno inoltre “sottolineato il loro impegno comune a collaborare in modo costruttivo e a eliminare le percezioni errate, basandosi sui legami di lunga data che entrambi hanno con gli Stati Uniti”
Casa Bianca: “Telefonata Trump-Netanyahu-Al Thani”
Donald Trump ha ospitato un colloquio telefonico trilaterale con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. Lo conferma la Casa Bianca dopo le indiscrezioni di stampa delle ultime ore. Trump ha manifestato la volontà di “porre le relazioni tra Israele e Qatar su un percorso positivo dopo anni di reciproche rimostranze e incomprensioni”
Hamas respinge l’ipotesi Blair: “Nessuna tutela straniera su Gaza”
Hamas rifiuta la proposta di affidare a un organismo guidato dall’ex premier britannico Tony Blair l’amministrazione della Striscia di Gaza. “Tony Blair è una figura inaccettabile per il nostro popolo. Abbiamo accettato di formare un comitato che non rappresenti nessuna delle fazioni palestinesi per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, e non accetteremo l’imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo”, ha dichiarato a Reuters Taher al-Nono, consigliere per i media del leader politico di Hamas, secondo quanto riferisce Haaretz. Al-Nono ha inoltre sottolineato che le armi della resistenza palestinese “sono legate all’esistenza dell’occupazione e alla difesa del nostro popolo”. “Se l’occupazione finirà e sarà istituito uno Stato palestinese, allora queste armi diventeranno parte dello Stato”, ha aggiunto. Hamas, ha concluso, è pronto ad accettare “una tregua che possa durare anni”, ma valuterà i piani in discussione “secondo gli interessi del nostro popolo”
Nello Studio Ovale anche Jared Kushner
Al bilaterale tra Donald Trump e il premier israeliano Benjamin Netanayahu sono presenti, nello Studio Ovale, il vicepresidente J. D. Vance, il capo di gabinetto Susie Wiles, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, l’inviato in Medio Oriente per la Casa Bianca Steve Witkoff, il capo dello stato maggiore congiunto generale Dan Caine, e il genero di Trump, Jared Kushner
Erdogan: “Netanyahu trascina tutti nel caos per restare al potere”
“Quasi tutti sanno che Benjamin Netanyahu, sempre più alle strette nelle indagini per corruzione, sta trascinando la regione e il mondo nel caos per rimanere aggrappato alla sua poltrona”. E’ l’accusa al premier israeliano che arriva dal leader turco, Recep Tayyip Erdogan, come riporta l’agenzia turca Anadolu mentre alla Casa Bianca è in corso il faccia a faccia tra Donald Trump e Netanyahu.
Ben Gvir sulle scuse di Netanyahu al Qatar: “L’attacco a Doha è stato giusto ed etico”
Dopo le scuse del primo ministro Benjamin Netanyahu al suo omologo del Qatar per il fallito raid contro i leader di Hamas a Doha, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha definito l’attacco “importante, giusto ed enormemente etico”. “Il Qatar è uno Stato nemico. Chi manda mostri a bruciare bambini, stuprare donne e rapire anziane deve sapere che non c’è posto al mondo in cui sia al sicuro – ha scritto Ben Gvir in un post su X – È tempo di dire la verità: il Qatar è uno Stato che sostiene, finanzia e incita il terrorismo. Nessun denaro potrà lavare il terrorismo dalle sue mani”
In arrivo in Italia un nuovo gruppo di 15 bambini palestinesi
Ha appena lasciato Eilat (Israele) il primo C-130 dell’Aeronautica militare con un nuovo gruppo di minori palestinesi provenienti da Gaza. I pazienti verranno accolti questa sera in Italia, nell’ambito della quindicesima operazione di evacuazione umanitaria portata avanti dall’Italia. Anche in quest’occasione la Farnesina ha raccolto appelli relativi ad alcuni delicatissimi casi di minori che necessitano di interventi salvavita. Fra questi c’è la piccola Tuleen, neonata affetta da una grave malformazione congenita che sarà ricoverata all’Ospedale Meyer di Firenze. In totale sono 15 i piccoli pazienti che, seguiti da familiari ed accompagnatori (per un totale di 81 persone), giungeranno nella tarda serata di oggi negli aeroporti di Roma, Lecce, Pisa e Verona a bordo di tre aerei C-130 messi a disposizione dalla Difesa. Da lì verranno poi trasferiti in dodici strutture ospedaliere in sette regioni (Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Toscana, Puglia). In rappresentanza del Governo, all’Aeroporto di Roma Ciampino sarà presente il ministro degli Esteri Antonio Tajani
Mar Rosso, due marinai feriti in un attacco a una nave nel Golfo di Aden
Due marinai sono rimasti feriti nell’attacco missilistico lanciato dagli Houthi contro una nave nel Golfo di Aden, al largo dello Yemen. Il proprietario della nave cargo battente bandiera olandese Minervagracht ha descritto i danni subiti dall’imbarcazione come “considerevoli”. La nave ha preso fuoco. Spliethoff, il proprietario della nave, ha riferito che l’equipaggio è stato evacuato con un elicottero. L’esercito francese sostiene che l’attacco sia stato compiuto dagli Houthi, sostenuti dall’Iran. I ribelli non hanno finora rivendicato l’attacco
Hamas: “Noi finora non siamo stati coinvolti nel piano Trump”
L’alto funzionario di Hamas Taher al-Nunu ha dichiarato all’emittente qatariota Al-Araby che “finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso da Donald Trump, di cui Hamas è a conoscenza solo grazie a indiscrezioni trapelate dai media”. Secondo il portavoce, “Hamas è disposta a liberare gli ostaggi nell’ambito di un accordo globale che porti alla fine della guerra e al ritiro di Israele dalla Striscia”. Lo riporta Ynet
Axios: “Netanyahu ha parlato con l’emiro del Qatar e si è scusato per l’attacco contro i funzionari di Hamas a Doha”
Durante l’incontro alla Casa Bianca con il presidente Usa Donald Trump, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato al telefono con l’omologo del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani e si è scusato per la violazione della sovranità del Qatar nell’attacco a Doha contro la dirigenza di Hamas il 9 settembre. Lo rivela il giornalista Barak Ravid, citando una fonte a conoscenza dei dettagli, secondo la quale il leader israeliano ha espresso rammarico per l’uccisione di un agente di sicurezza qatarino nel raid dell’Idf
Media: “Il Qatar ha assicurato a Trump di poter convincere Hamas sull’accordo”
Funzionari del Qatar, da tempo impegnato nella difficile mediazione per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza, avrebbero assicurato a Donald Trump, insieme ad altri Paesi arabi, di “essere in grado di convincere Hamas ad accettare un accordo che includa la smilitarizzazione”. Lo ha detto al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli, mentre la Cnn conferma che Trump ha parlato con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al-Thani, prima del faccia a faccia in corso alla Casa Bianca tra il tycoon e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. E, aggiunge la rete americana citando due fonti, un consigliere del Qatar è stato alla Casa Bianca prima che si incontrassero Trump e Netanyahu
Media: “Arrivata a Washington la delegazione del Qatar”
Una delegazione di alto livello del Qatar è arrivata a Washington da Doha per promuovere l’accordo per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan11. Il premier israeliano Netanyahu è alla Casa Bianca per un bilaterale con il presidente Usa Donald Trump. Quest’ultimo, prima di accogliere il leader israeliano, ha avuto una conversazione telefonica con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani
Knesset, altri 30 miliardi shekel a bilancio per difesa
La Knesset ha approvato un aumento di bilancio di 30 miliardi di shekel (7,7 miliardi di euro) per la difesa. Nella seduta plenaria del Parlamento israeliano 55 deputati si sono schierati a favore e 50 contro. Alla vigilia del voto si sono registrate tensioni tra il ministro delle Finanze e leader dell’estrema destra messianica Bezalel Smotrich e una parte dei parlamentari ultraortodossi, decisi a far pesare la mancata approvazione di una legge che esoneri gli haredi dalla leva militare obbligatoria
Casa Bianca, sit-in di attivisti con foto ostaggi e palestinesi uccisi a Gaza
Decine di attivisti pacifici hanno formato una fila lungo Pennsylvania Avenue, fuori dalla Casa Bianca, mostrando le foto degli ostaggi ancora prigionieri nelle mani di Hamas, insieme ai civili palestinesi uccisi nella guerra a Gaza. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è appena arrivato alla Casa Bianca per l’incontro con il presidente Usa Donald Trump. I manifestanti che partecipano alla protesta, organizzata dai gruppi progressisti ebraici New Jewish Narrative, Standing Together, T’ruah e UnXeptable, chiedono la fine della guerra, il rilascio degli ostaggi, un’ondata di aiuti a Gaza e che Trump “chiuda l’accordo”. “Questo per inviare il messaggio che solo lui può porre fine alla guerra, con un tratto di penna”, ha affermato una di loro, Ruti Kadish. Un’altra protesta è prevista più tardi
Al Jazeera, bombe su ospedale al-Shifa a Gaza City
Un filmato condiviso sui social media e verificato da Al Jazeera mostra bombe israeliane che colpiscono un quartiere residenziale vicino all’ospedale al-Shifa di Gaza City. Il filmato mostra diverse bombe israeliane che colpiscono un edificio di sette piani e l’area circostante. Il video cattura poi la devastazione causata dagli attacchi, mostrando edifici e un veicolo distrutti, e strade disseminate di macerie
Trump: “Molto fiducioso di raggiungere l’accordo a Gaza”
“Sono molto fiducioso di raggiungere l’accordo a Gaza”. Lo ha detto Donald Trump accogliendo alla Casa Bianca il premier Benjamin Netanyahu
Netanyahu arrivato alla Casa Bianca per l’incontro con Trump
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato alla Casa Bianca per l’incontro – il quarto da quando Donald Trump si è insediato il 20 gennaio – con il presidente americano. Al centro dell’incontro il piano in 21 punti per Gaza dell’amministrazione Trump
Flotilla Gaza: si unirà nave con reporter e operatori sanitari
La Freedom Flotilla Coalition (Ffc) ha annunciato che lancerà il 1 ottobre 2025 un’imbarcazione dedicata che trasporterà giornalisti internazionali e operatori sanitari a Gaza. “Questa iniziativa senza precedenti mira a rompere il blocco quasi totale imposto da Israele al giornalismo internazionale e all’accesso medico al territorio assediato”, si legge in una nota della Ffc, che ricorda come il governo israeliano abbia “negato l’ingresso ai giornalisti stranieri a Gaza, creando uno dei più gravi blackout della stampa della storia recente” e abbia preso di mira i giornalisti palestinesi. Nel mirino anche il sistema sanitario di Gaza, che è stato “sistematicamente smantellato sotto l’assedio e i bombardamenti israeliani”. “In risposta, la Ffc sta assemblando un’imbarcazione di giornalisti e operatori sanitari per offrire alla stampa internazionale l’opportunità di riferire direttamente da Gaza, fornire competenze mediche e solidarietà urgentemente necessarie insieme al personale sanitario di Gaza decimato”. L’imbarcazione salperà entro il 1 ottobre e si unirà alle altre imbarcazioni della Flotilla e della Thousand Madleens to Gaza nel loro viaggio. “Invitiamo i governi, le istituzioni internazionali e la società civile a sostenere questo sforzo, chiedere un passaggio sicuro per l’imbarcazione e agire per porre fine al genocidio, al blocco illegale e mortale di Gaza da parte di Israele e all’occupazione della Palestina”, conclude il comunicato
Berlino, Parigi e Londra attivano le sanzioni contro l’Iran: “Mai l’atomica a Teheran”
Germania, Francia e Regno Unito hanno annunciato l’attivazione del meccanismo di ‘Snapback’ contro l’Iran, con il conseguente ripristino delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sospese dopo l’accordo nucleare del 2015 (JCPoA). I tre Paesi riuniti nel formato E3, in una dichiarazione congiunta, hanno ribadito che “l’Iran non deve mai cercare, acquisire o sviluppare armi nucleari”. Secondo i ministri degli Esteri, Teheran ha violato “in maniera persistente e significativa” i suoi obblighi. Il rapporto Aiea del 4 settembre ha certificato che le scorte iraniane di uranio arricchito superano di 48 volte i limiti previsti dal JCPoA, includendo dieci “quantità significative” di materiale ad alto arricchimento, senza alcuna giustificazione civile. Le risoluzioni Onu ripristinate prevedono sanzioni e misure restrittive legate alle attività nucleari iraniane. Berlino, Parigi e Londra hanno invitato “l’Iran e tutti gli Stati a rispettare pienamente queste disposizioni”. Dal 2019 l’Iran ha progressivamente oltrepassato tutti i limiti fissati dal JCPoA. Nonostante numerosi tentativi diplomatici, tra cui mesi di negoziati nel 2020-2021 e una proposta di estensione condizionata nel luglio 2025, Teheran ha respinto gli accordi e continuato l’espansione nucleare, si legge in una nota. “Abbiamo offerto un’estensione dello Snapback se l’Iran avesse accettato negoziati diretti e incondizionati con gli Stati Uniti, il rispetto degli obblighi di salvaguardia e una gestione trasparente delle scorte di uranio. L’Iran non ha risposto seriamente”, prosegue la nota. Il 19 settembre il Consiglio di Sicurezza ha bocciato la proposta di mantenere la sospensione delle sanzioni, aprendo la strada al pieno ripristino delle restrizioni dal 27 settembre. I tre Paesi hanno assicurato che continueranno a perseguire la via diplomatica: “Il ritorno delle sanzioni Onu non significa la fine del dialogo. Chiediamo all’Iran di astenersi da ulteriori escalation e di tornare a rispettare gli obblighi di non proliferazione”
Fonti arabe: “Le modifiche israeliane rendono il piano Trump pieno di insidie”
Fonti ben informate sulle dinamiche dei negoziati tra Stati Uniti e Israele hanno rivelato che quanto accaduto nelle ultime ore somiglia a “un sabotaggio” del piano Usa, “svuotandolo del suo contenuto attraverso modifiche apportate dai negoziatori israeliani”. Lo riporta il sito online del quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, secondo cui le fonti sostengono che le modifiche hanno reso l’accordo “pieno di insidie, difficili da interpretare e ancor più da concordare, per non parlare dell’attuazione di tutti 21 punti, presenti nella versione originale proposta da Trump”. Il quotidiano vicino all’autorità di Doha, suggerisce che, alla luce di questi sviluppi, “si può comprendere l’ottimismo che ha permeato i media israeliani, come i quotidiani Yedioth Ahronot e Times of Israel, oltre a diversi siti americani come Axios, riguardo alle prospettive di un accordo tra Trump e Netanyahu sul piano per Gaza”. Secondo le fonti del quotidiano arabo, “l’ottimismo israeliano deriva dal fatto che i negoziati hanno reso la formula del piano volutamente vaga per quanto riguarda i meccanismi di attuazione”. Le fonti sottolineano che “l’unico aspetto chiaro di tali meccanismi è il rilascio degli ostaggi israeliani e l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza”
Axios: “Trump sente l’emiro del Qatar prima dell’incontro con Netanyahu”
Donald Trump avrà un colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al-Thani, prima del faccia a faccia alla Casa Bianca con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo rivela su X il giornalista di Axios Barak Ravid, aggiungendo che il contatto si inserisce tra le “affermazioni di funzionari arabi secondo cui gli Stati Uniti hanno modificato il testo del piano per porre fine alla guerra a Gaza sulla base delle richieste di Netanyahu”. Funzionari americani e israeliani hanno confermato ad Axios che è possibile arrivi oggi un annuncio da Trump e Netanyahu. Servirebbe poi comunque il via libera di Hamas. Secondo un consigliere di Trump, l’opinione all’interno della Casa Bianca è che se Netanyahu non accetterà l’accordo verrà ritenuto responsabile per il proseguimento del conflitto, di “favorire Hamas e non fare nulla per i palestinesi”. “Gli arabi sembrano d’accordo al 100% – ha detto – Ora aspettiamo che il presidente faccia la sua magia con Netanyahu”. “Tutti e dico tutti sono esasperati con Bibi”, ha affermato un funzionario dell’Amministrazione citato ancora da Axios, secondo cui l’ultima iniziativa di pace nasce paradossalmente dall’operazione di inizio mese di Israele contro Hamas in Qatar. E ora, secondo il consigliere di Trump da Axios, sia Steve Witkoff che Jared Kushner “ne hanno abbastanza” di Netanyahu
Yemen: nave in fiamme dopo un attacco nel Golfo di Aden
Una nave è stato colpita a sud-est del porto di Aden, ed è in fiamme. Lo riporta l’agenzia per la sicurezza marittima Ukmto
Onu: “La popolazione costretta a rifugiarsi in meno del 14% di Gaza”
“Alti funzionari israeliani hanno continuato a chiedere lo sfollamento di massa dei palestinesi fuori Gaza, l’espansione delle operazioni militari israeliane verso un controllo totale di Gaza e il ripristino degli insediamenti nella Striscia. Alcuni hanno anche chiesto l’annessione e l’avanzamento degli insediamenti nella Cisgiordania occupata, che “seppellirebbero” l’idea di uno Stato palestinese, e hanno chiesto di interrompere tutti gli aiuti umanitari e i servizi di soccorso a Gaza fino al rilascio di tutti gli ostaggi”. Lo ha detto il vice coordinatore speciale Onu per il processo di pace in Medio Oriente, Ramiz Alakbarov, al Consiglio di Sicurezza. “Dopo 23 mesi di combattimenti, la situazione umanitaria a Gaza ha superato il punto di rottura – ha aggiunto – L’aumento degli ordini di evacuazione di massa dell’Idf e l’espansione delle zone militarizzate israeliane hanno spinto le persone a rifugiarsi in meno del 14% della Striscia”
Israele, voto sul bilancio: scontro tra Smotrich e gli ultraortodossi
E’ scontro tra il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich e parte del partito ultraortodosso ashkenazita United Torah Judaism. Oggetto del contendere è l’imminente votazione sull’aumento del bilancio alla difesa, prevista in serata. La fazione ultra-ortodossa di Degel Hatorah, una delle due che compongono il partito haredi, ha annunciato che voterà contro a causa della mancata approvazione di una legge che esenti gli ultraortodossi dalla leva militare obbligatoria. Smotrich ha criticato la decisione, definendola una “totale mancanza di responsabilità” volta a “danneggiare il bilancio della difesa durante una guerra”. Il leader dell’estrema destra messianica e ministro aggiunto alla Difesa ha esortato i partiti ultra-ortodossi a “tornare in sè”.
Immediata la replica di Degel Hatorah che ha puntato il dito contro il ministro. “Per un mese, il ministro delle Finanze ha bloccato tutti i trasferimenti di bilancio ai ministeri governativi solo perchè al suo ministero per gli Insediamenti non è stato concesso un bilancio aggiuntivo. Non dovrebbe farci lezioni di etica”.
Israele: domani sera riunione del governo per la nomina di Zini allo Shin Bet
Il governo israeliano si riunirà domani sera alle 20 (le 19 in Italia) per una riunione straordinaria per approvare la nomina di David Zini alla guida dello Shin Bet. Lo riferisce Yedioth Ahronoth, precisando che il premier Benjamin Netanyahu rientrerà poco prima dagli Stati Uniti e parteciperà alla riunione che si terrà a Gerusalemme.
Wsj: “Un accordo per Gaza potrebbe essere ancora lontano”
Sembra ancora lontano un accordo per il futuro della Striscia di Gaza. A scriverne è il Wall Street Journal a poche ore dall’atteso faccia a faccia alla Casa Bianca tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu per parlare di un cessate il fuoco che ponga fine alla guerra a Gaza e di un piano per governare l’enclave palestinese martellata dalle operazioni militari israeliane scattate in risposta all’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Il Wsj evidenzia come tra i Paesi della regione non ci sia accordo sui punti cruciali delle proposte e scrive di tante lacune nell’ “ambizioso” piano in 21 punti.
Il ‘piano Trump’, se venisse attuato, vedrebbe – evidenzia il giornale dopo le notizie di altri media americani – il rilascio da parte di Hamas di ostaggi vivi trattenuti a Gaza, fino a venti, entro 48 ore e vedrebbe il gruppo deporre le armi prima di lasciare la Striscia, un governo di transizione, una forza di stabilizzazione araba e il ritiro delle truppe israeliane dal campo di battaglia. Ma, scrive il Wsj, anche se Netanyahu e Trump dovessero annunciare oggi un accordo, quelle parole coprirebbero “le tante lacune da colmare dell’ambizioso piano in 21 punti”. Secondo funzionari citati dal giornale, la formulazione della proposta di Trump non è stata completata e, dietro le quinte, Israele e Paesi arabi spingono per modifiche.
Casa Bianca: “Siamo molto vicini ad un accordo su Gaza”
Per la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, Israele e Hamas sono “molto vicini” a raggiungere un accordo quadro per porre fine alla guerra a Gaza e garantire una pace duratura in Medio Oriente. Parlando con i giornalisti prima del bilaterale tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu la funzionaria ha aggiunto che il presidente Usa avrebbe discusso il piano di pace in 21 punti con il premier israeliano.
Netanyahu da Trump per l’incontro alla Casa Bianca
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la sua delegazione sono appena decollati per Washington dove incontrerà il presidente Trump alle ore 11.00 ora locale alla Casa Bianca. Lo comunica l’ufficio del premier da Gerusalemme. Al termine dell’incontro, Trump e Netanyahu rilasceranno dichiarazioni alla stampa, alle ore 13.10
ora locale (le 19.10 in Italia).
Casa Bianca: “Israele e Hamas molto vicini ad accordo”
Israele e Hamas sono “molto vicini” a un accordo quadro che “potrebbe lasciare le parti un pò scontente” ma porrebbe fine alla guerra a Gaza e garantirebbe una pace duratura in Medio Oriente. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, intervenendo al programma “Fox and Friends”. Il presidente Trump, ha aggiunto discuterà del piano in 21 punti con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu alla Casa Bianca e più tardi con il Qatar. “Per raggiungere un accordo ragionevole per entrambe le parti, entrambe devono rinunciare a qualcosa e potrebbero lasciare il tavolo un pò scontente” ha detto Leavitt.
Media: “Indagato il capo di gabinetto di Ben Gvir per legami con estremisti”
L’indagine contro Chanamel Dorfman, capo di gabinetto del ministro israeliano per la Sicurezza interna Itamar Ben-Gvir, si concentra non solo sulla corrispondenza, ma anche sulla sua rete di contatti. Secondo fonti a conoscenza dei dettagli, nell’ambito delle intercettazioni del telefono cellulare di Dorfman, il ministero degli Interni sta cercando di mappare i collegamenti con diverse figure identificate per azioni e attività estremiste nei territori di Giudea e Samaria. Lo ha appreso Ynet. Tra i nomi emersi dai test figurano un terrorista ebreo accusato, un membro della setta ebraica clandestina ‘Bat Ayin’, un giovane condannato per aver aggredito un palestinese, un membro di spicco della yeshiva Homesh e un altro membro di spicco del movimento ‘Nahla’. Oltre a questi, si stanno esaminando anche i collegamenti con i coloni espulsi da Giudea e Samaria per ordine amministrativo.
Deputato Likud: “Garantire Cisgiordania senza palestinesi”
E’ nell’interesse di Israele garantire che non ci siano palestinesi in Cisgiordania. Lo è tornato a dire il parlamentare del Likud, Nissim Vaturi, che all’inizio di quest’anno aveva esortato a espellere tutti i palestinesi dai Territori. “Se fosse possibile deportarli tutti, lo faremmo domani mattina”, ha affermato, sottolineando di non fare distinzioni tra terroristi e civili, dal momento che i palestinesi della Cisgiordania hanno sostenuto in modo schiacciante l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre e che “ci attaccheranno il prima possibile”. “Chiunque voglia uccidere gli ebrei e questo sia lo scopo della sua vita non dovrebbe essere qui”, ha insistito.
La Mezzaluna rossa palestinese evacua 190 malati da Gaza
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato di aver evacuato 190 malati dalla Striscia di Gaza per cure mediche, in coordinamento con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Stamattina presto, le squadre della Mezzaluna Rossa, in coordinamento con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno continuato – afferma la Mezzaluna rossa su X – ad accompagnare i pazienti fino al valico, in preparazione del loro viaggio prima in Giordania, poi in Gran Bretagna e in diversi paesi europei per completare le cure. Tra loro ci sono diversi pazienti oncologici e persone con ferite gravi. Questa evacuazione rientra in una serie di operazioni umanitarie gestite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Palestinese, in risposta alle catastrofiche condizioni sanitarie nella Striscia di Gaza e per consentire ai pazienti di ottenere le cure di cui sono stati privati ;;all’interno della Striscia a causa dell’assedio e della mancanza di risorse”.
Parroco di Gaza: “Qui non si respira, i bombardamenti continuano intensi”
“Siamo al principio della fine? Speriamo di sì'”. E’ l’auspicio di padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, dai suoi canali social, dopo la notizia arrivata dagli Usa di un piano di pace per Gaza. “Tantissime persone – ricorda padre Romanelli – sono ferite o morte e giacciono ancora sotto le macerie. A Gaza non si respira. Purtroppo, come accaduto altre volte in questi quasi due anni di guerra, la speranza di pace è risultata vana. Difficile credervi adesso. Abbiamo sofferto e soffriamo molto. Tante volte è stato detto che avrebbero fatto qualcosa, ma non è mai successo niente, anzi la situazione è peggiorata”.
“I bombardamenti continuano intensi e colpiscono zone lontane ma anche vicino a noi con schegge che cadono dentro la parrocchia. Il fragore è enorme. Fumo e polvere riempiono l’aria, ma ormai siamo in qualche modo abituati. A Gaza c’è bisogno di tutto – ribadisce – non solo di cibo, acqua, medicine e carburanti ma anche di aria pulita, ossigeno, di sole, di calore, di serenità. La polvere, il fumo, gli esplosivi che provocano incendi si annidano nell’aria. L’elettricità non è continua, e il diesel per far andare le poche macchine rimaste è pochissimo. Per questo i gazawi lo producono da soli sciogliendo la plastica e miscelandola con un pò di olio da cucina per farlo durare più a lungo. Non c’è gas e si cucina bruciando la legna. All’inizio quella ‘naturale’, ora che non c’è più si brucia di tutto, mobili, finestre, tavoli. A Gaza non si respira. Dallo scoppio del conflitto non vediamo latte, verdura, frutta fresca, salvo qualche rara eccezione. Dopo quasi due anni di guerra e di bombardamenti la popolazione non ha tregua ed è depressa”.
Da Gaza sparati 2 razzi verso Israele, sono caduti nella Striscia
Due razzi sono stati lanciati dal nord di Gaza verso Nahal Oz in Israele ma sono caduti nella Striscia, senza riuscire a superare il confine. Lo ha riferito l’esercito israeliano precisando che missili intercettori erano stati lanciati contro i due razzi ma questi sono caduti prima di varcare il confine.
Al Jazeera: “Almeno 29 morti a Gaza dall’alba”
Almeno 29 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani nella Striscia dall’alba, tra cui 23 durante l’offensiva militare israeliana su Gaza City. Lo ha riferito Al Jazeera citando fonti ospedaliere. Secondo il ministero della Salute di Gaza, guidato da Hamas, nelle ultime 24 ore sono 50 i palestinesi che hanno perso la vita e 184 sono rimasti feriti, per un bilancio complessivo dall’inizio della guerra di 66.055 morti.
Media: “50 palestinesi uccisi a Gaza nelle ultime 24 ore”
Secondo il Ministero della Salute palestinese, nelle ultime 24 ore almeno 50 palestinesi, tra cui cinque richiedenti aiuti, sono stati uccisi e 184 feriti negli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza. Lo riporta al Jazeera.
Media: “Per Hamas il piano di Trump è vago e inaffidabile”
Una fonte vicina a Hamas ha dichiarato a Ynet che “c’è molta ambiguità nell’iniziativa per il cessate il fuoco proposta dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump”. “Hamas non ha chiaro come essa sarà attuata e a quale ritmo. Nel momento in cui ciò sarà chiarito, Hamas è disposto, in cambio di un cessate il fuoco e del ritiro, a rinunciare al potere, deporre le armi, cessare tutti gli attacchi, e persino permettere ai leader dell’organizzazione di lasciare la Striscia. Sono pronti a fare tutto questo, a condizione che il cessate il fuoco e il ritiro siano chiari e garantiti”, ha detto la fonte. “Hamas chiede chiarimenti riguardo al ritiro graduale, che potrebbe durare fino a dieci anni”, ha detto.
Sara Netanyahu si rifiuta di incontrare i familiari degli ostaggi a New York
Sara Netanyahu, moglie del primo ministro israeliano, durante una visita a un luogo di pellegrinaggio ebraico ortodosso a New York ha rifiutato di incontrare Ilana Gritzewsky, ostaggio liberato dopo quasidue mesi di prigionia a Gaza, e i parenti di altri due rapiti ancora nelle mani di Hamas. La giovane israeliana d’origine messicana ha dichiarato che le guardie di sicurezza l’hanno allontanata dalla tomba del Rebbe del movimento Chabad-Lubavitch, Menachem M. Schneerson, nel Queens, a New York, prima della visita. Con lei c’erano anche Hagai Angrest, madre del suo compagno Matan Zangauker, e Dvir Kuperstein, fratello di Bar, prigioniero nella Striscia.
I tre hanno chiesto di incontrare la miglie del premier ma gli è stato rifiutato. Gritzewsky ha pubblicato un filmato in cui urla contro Sara, che la ignora. In un altro video, si vede Hagai Angrest salutare cortesemente Sara Netanyahu da pochi metri di distanza ma lei la ignora e se ne va.
Eurovision, tv slovena: “Via anche noi se partecipa Israele”
La televisione pubblica slovena (RTV Slovenija) ha non parteciperà all’Eurovision 2026 se il concorrente israeliano sarà tra quelli in gara. Lubiana si inserisce così nel solco delle scelte già prese da Spagna, Irlanda e Paesi Bassi. “Se Israele dovesse rimanere tra i Paesi partecipanti, RTV Slovenija non parteciperà all’Eurovision 2026”, ha reso noto l’emittente pubblica.
“Per 69 anni, l’Eurovision ha cercato di unire le nazioni attraverso la musica e di costruire ponti dopo guerre e divisioni. I suoi valori si basano su pace, uguaglianza e rispetto”, si legge nella nota “Data la devastante situazione a Gaza, RTV Slovenija si chiede se la partecipazione di Israele sia coerente con questi valori. E’ essenziale che le stesse regole si applichino a tutti i paesi partecipanti. I principi fondamentali dei media di servizio pubblico non sono compatibili con la grave sofferenza umana, la soppressione della libertà di stampa e l’abuso di eventi culturali per scopi politici, come osservato negli ultimi anni”.
L’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu), organizzatrice dell’Eurovision Song Contest, ha convocato un’assemblea straordinaria a novembre per consentire alle emittenti pubbliche affiliate di votare sulla partecipazione di Israele all’edizione del 2026, nonostante l’opposizione di diversi membri a causa dell’offensiva israeliana a Gaza. La Spagna è l’unico paese ad aver adottato la decisione di ritirarsi tra i cosiddetti “Big Five”, che includono i cinque membri che contribuiscono maggiormente all’Ebu con Italia, Francia, Regno Unito e Germania. Per escludere Israele dall’Eurovision Song Contest 2026 di Vienna è necessaria la maggioranza assoluta dei voti dei membri dell’Ebu.
Berlino: “Dopo iniziativa Usa accordo per Gaza più vicino”
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul vede un’imminente opportunità per porre fine alla guerra di Gaza alla luce dell’iniziativa del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per fermare il conflitto. “Sappiamo che, grazie anche agli sforzi del governo statunitense, una soluzione è a portata di mano”, ha dichiarato Wadephul durante un incontro di diversi ministri degli Esteri europei a Varsavia. “Invitiamo tutte le parti coinvolte ad avere il coraggio di compiere il passo decisivo e definitivo”, ha dichiarato. “Ora è il momento di aprire la porta a una pace duratura. Ciò include la soluzione dei due stati e l’eliminazione di qualsiasi ruolo per l’organizzazione islamica radicale palestinese Hamas”, ha aggiunto Wadephul.
Gantz sostiene il piano Trump per Gaza: “Meglio tardi che mai”
Mentre dai leader dell’estrema destra arriva una semibocciatura, il leader dell’opposizione e presidente di Unità Nazionale Blu e Bianco, Benny Gantz, ha espresso il suo sostegno al piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza e che verrà discusso oggi alla Casa Bianca tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il leader americano.
“Il quadro del presidente Trump è un’enorme opportunità per Israele. Dobbiamo rimanere fermi su due principi senza compromessi: primo, tutti gli ostaggi tornano all’inizio. Questa è la questione più urgente. In secondo luogo, Israele mantiene la libertà di azione di sicurezza e non affida la sua sicurezza a terzi”, ha scritto Gantz su X. “Questo quadro si poteva raggiungere molto tempo fa, ma meglio tardi che mai”, ha aggiunto l’ex generale e ministro della Difesa.
Madrid: “Sforzo per evitare passaggio aerei Usa con armi Israele”
Il ministro spagnolo di Economia, Carlos Cuerpos, ha oggi segnalato che l’uso delle basi militari di Rota (Cadice) e di Moron de la Frontera (Siviglia) da parte di navi o aerei statunitensi “è retto dai trattati internazionali” e ha assicurato che l’esecutivo iberico si “sforza” per collaborare con le autorità americane “per evitare il transito” di mezzi con armamenti diretti ad Israele.
In dichiarazioni alla radio pubblica Rne, Cuerpo non ha confermato né smentito l’informazione pubblicata oggi da El Pais, secondo cui Madrid vieta il transito nelle due basi di navi o aerei con armamenti diretti a Israele, a causa dell’embargo decretato.
Il ministro ha assicurato che la Spagna continuerà a rispettare l’accordo con gli Stati Uniti sull’uso delle basi e, inoltre, continua a mantenere “un contatto continuo” con le autorità statunitensi rispetto alla loro utilizzazione. “A partire da lì, le operazioni all’interno delle basi militari sono regolate sulla base dei trattati internazionali e lo sforzo è nel collaborare con le autorità americane per evitare questo passaggio” di armi dirette a Israele, ha rilevato il ministro.
Media: “Paesi Arabi chiedono modifiche al piano Trump”
Diverse nazioni arabe e l’Autorità Nazionale Palestinese hanno chiesto modifiche al piano di pace di Trump per Gaza, che quest’ultimo presenterà oggi al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo riporta Channel 12. Nel rapporto si afferma che si chiede di “ammorbidire il linguaggio” dove si afferma che Hamas verrà disarmato, e invece si chiederà ad Hamas di consegnare le sue armi. Inoltre si chiede che il governo del dopoguerra sia più chiaramente allineato con l’Autorità Palestinese. Inoltre si suggerisce che qualsiasi forza di peacekeeping internazionale venga schierata lungo il confine con Israele e non all’interno di Gaza. Tale richiesta, secondo il rapporto, sarebbe stata apparentemente avanzata da Hamas. Infine si afferma che sia l’Autorità Nazionale Palestinese che il Qatar si sono opposti al ruolo dell’ex primo ministro britannico Tony Blair nella supervisione dell’attuazione dell’accordo.
Il Consiglio Ue ripristina le sanzioni all’Iran dopo la decisione Onu
“Il Consiglio Ue ha ripristinato le sanzioni contro l’Iran in risposta al suo persistente mancato rispetto dell’accordo nucleare. La porta per i negoziati diplomatici rimane aperta”. Lo annuncia la presidenza danese dell’Ue. Le sanzioni sono state reintrodotte facendo seguito alla decisione in materia dell’Onu. Le misure prevedono divieti di viaggio per le persone nella lista nera, il congelamento dei beni, in linea con questo, il divieto di mettere fondi o risorse economiche a disposizione di persone e entità sanzionate. Previste anche sanzioni economiche e finanziarie, che coprono i settori del commercio, della finanza e dei trasporti.
Media: Israele vuole che gli Usa limitino il ruolo del Qatar nel dopoguerra a Gaza
Israele sta facendo pressioni perché l’Amministrazione degli Stati Uniti modifichi il piano di pace in 21 punti per Gaza del presidente americano Donald Trump, e in particolare limiti il ruolo del Qatar nel dopoguerra. Lo riporta il sito di Ynet sottolineando che Israele vuole che il Qatar non abbia alcun ruolo nella gestione della Striscia di Gaza dopo la guerra. Gli Stati Uniti, però, considerano il Qatar un alleato prezioso e vorrebbero che assumesse un ruolo importante nella gestione futura dell’enclave palestinese. Israele sta anche spingendo affinché l’accordo stabilisca chiaramente che le Idf abbiano libertà di azione nel caso in cui Hamas tentasse di riarmarsi o di ricostruire le sue forze dopo la firma dell’accordo di pace. I mediatori ritengono però che una simile clausola potrebbe dissuadere Hamas dall’accettare l’accordo.
Gli Houthi rivendicano il lancio di un missile e due droni contro Israele
Il gruppo armato Houthi dello Yemen ha rivendicato la responsabilità del lancio di un missile balistico ipersonico e di due droni contro obiettivi in Israele: un “missile balistico ipersonico Palestine 2 con testate multiple” è stato lanciato nella zona di Tel Aviv e due droni verso Eilat, nel sud di Israele, durante la notte. Il gruppo ha dichiarato che gli attacchi sono stati effettuati “in risposta ai crimini di genocidio e alla pericolosa escalation portata avanti dal nemico israeliano contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”, aggiungendo che continueranno “a svolgere i doveri religiosi, morali e umanitari finché l’aggressione contro Gaza non cesserà”. Secondo l’esercito israeliano, il missile è stato intercettato con successo, senza causare feriti o danni. Non ci sono state segnalazioni relative ai due droni.
Media: “Israele vuole che gli Usa limitino il ruolo del Qatar nel dopoguerra a Gaza”
Israele sta facendo pressione perché l’Amministrazione degli Stati Uniti modifichi il piano di pace in 21 punti per Gaza del presidente americano Donald Trump, e in particolare limiti il ruolo del Qatar nel dopoguerra. Lo riporta il sito di Ynet sottolineando che Israele vuole che il Qatar non abbia alcun ruolo nella gestione della Striscia di Gaza dopo la guerra. Gli Stati Uniti, però, considerano il Qatar un alleato prezioso e vorrebbero che assumesse un ruolo importante nella gestione futura dell’enclave palestinese.
Israele sta anche spingendo affinché l’accordo stabilisca chiaramente che le Idf abbiano libertà di azione nel caso in cui Hamas tentasse di riarmarsi o di ricostruire le sue forze dopo la firma dell’accordo di pace. I mediatori ritengono però che una simile clausola potrebbe dissuadere Hamas dall’accettare l’accordo.
Almeno 17 persone giù uccise dagli israeliani stamattina a Gaza
Almeno 17 persone, di cui 16 nella città di Gaza, hanno perso la vita da stamattina a causa degli attacchi israeliani nella Striscia. Lo scrive al Jazeera. Secondo fonti locali citate dall’agenzia di stampa Wafa, i soccorritori palestinesi hanno recuperato i corpi di nove persone morte in un attacco notturno in via Nassr a Gaza City. Più a sud, a Nuseirat, un attacco contro una tenda che ospitava sfollati ha causato la morte di un’altra persona e il ferimento di nove, ha aggiunto l’agenzia palestinese.
Iran, giustiziato un uomo accusato di spionaggio per conto di Israele
Un uomo accusato di spionaggio per conto di Israele è stato giustiziato in Iran. Lo rende noto il sito web Mezan, organo di stampa del sistema giudiziario iraniano, sottolineando che l’esecuzione è avvenuta mediante impiccagione. L’Iran identifica l’uomo giustiziato come Bahman Choobiasl, accusato Choobiasl di aver incontrato funzionari del Mossad.
Viaggio di Netanyahu in Argentina annullato per motivi tecnici
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva programmato di visitare l’Argentina dopo il suo viaggio negli Stati Uniti questa settimana, ma la visita è stata annullata “per motivi tecnici”. Lo ha detto un portavoce dell’ambasciata argentina al Times of Israel. Un articolo di Ynet aveva riferito che durante un incontro avvenuto la scorsa settimana tra Netanyahu e il presidente argentino Javier Milei a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Milei avrebbe chiesto di rinviare la visita a causa di “preoccupazioni politiche”.
Smotrich: “Fine della guerra solo con il vero smantellamento di Hamas”
Il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich ha annunciato di aver informato il primo ministro Benjamin Netanyahu delle “linee rosse” del suo partito in vista del prossimo incontro del premier con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante il quale i due dovrebbero discutere il piano in 21 punti del presidente per porre fine alla guerra di Gaza. Smotrich ha affermato che le linee rosse del suo partito, Sionismo religioso, “includono la fine della guerra solo con il completo e autentico smantellamento e la smilitarizzazione di Hamas e della Striscia di Gaza”. Smotrich inoltre chiede che non ci sia alcun ruolo per l’Autorità Nazionale Palestinese nel governo della Striscia, nemmeno indirettamente, affermando che un tale ruolo equivarrebbe al riconoscimento di uno Stato palestinese. Smotrich chiede inoltre che il Qatar non abbia alcun ruolo nella gestione postbellica di Gaza, definendo lo Stato del Golfo “ipocrita doppiogiochista che sponsorizza il terrorismo”.
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